Il 14 gennaio 1977, a soli 61 anni, moriva Peter Finch, un grande attore fieramente indipendente, interprete di più di 50 film, poco incline alle regole dello star system e dotato di enorme capacità introspettiva. Vinse un Oscar da protagonista per 'Quinto potere' che però non poté mai ritirare proprio perché se ne andò poche settimane prima della cerimonia.
Nato a Londra, si trasferì in Australia con la famiglia e lì - dopo un lungo tirocinio artistico che lo portò a recitare alla radio, nel teatro e nel cinema - lo vide recitare Laurence Olivier che era in tournée invitandolo a tentare la carriera sulle scene londinesi dove raggiunse una certa fama come interprete teatrale a Londra, recitando - fra gli altri nell'Otello di Shakespeare nel ruolo di Iago accanto a Orson Welles. Poi si affermò definitivamente anche sugli schermi cinematografici, diventando in breve uno dei più versatili, misurati, duttili e sensibili interpreti del cinema britannico, a suo agio nei ruoli più diversi.
Per ricordarlo ho scelto 'Domenica maledetta domenica' (1971) di John Schlesinger, gay dichiarato, che è un piccolo grande capolavoro rimasto nella storia come il primo film ad affrontare in modo diretto il tema dell'omosessualità, tanto che all'epoca i benpensanti lo trovarono immorale. Interpretato anche da Glenda Jackson e Murray Head racconta di un giovane scultore che ha una duplice relazione amorosa: con una donna, una borghese divorziata che lavora come consulente del lavoro, e con un uomo più anziano di lui, un medico ebreo colto e raffinato. Entrambi sono perfettamente consapevoli che il ragazzo non appartiene a nessuno dei due, soffrono questa situazione ma l’accettano temendo che una eventuale scelta per l’uno o per l’altra li ricacci nella solitudine. Anche se poi lo scultore li abbandonerà entrambi dcidendo di tentare la fortuna in America.
E' uno dei pochissimi film dell'epoca capace di rappresentare l'omosessualità senza farne un caso di cui discutere e il primo non di nicchia nel quale due uomini si baciano. Inutile sottolineare come dal punto di vista commerciale fu un fallimento se pure molto apprezzato dalla critica. Vediamo il monologo finale di Finch che tira le fila del rapporto con il giovane scultore.
IL COMMENTO
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