Cronaca

Antonella Zarri, madre dell'assassino e della vittima, a 30 giorni esatti dalla tragedia: "Ho la telefonata in cui Alberto condanna a morte Alice, ma nessuno ha voluto ascoltarla. Ci eravamo affidati al 112, ma ci hanno difeso solo dei guardiani privati"
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GENOVA - "Noi da un mese esatto, da quella sera aspettiamo delle risposte, se abbiamo sbagliato noi o chi ha sbagliato lo si dica, si dica quali sono le procedure corrette che deve fare un cittadino che si trova nella situazione in cui ci siamo trovati noi?".

E' la rabbia composta e lucida di Antonella Zarri, mamma di Alice Scagni, uccisa a 34 anni dal fratello Alberto di 42 anni, straziata a coltellate un mese fa esatto sotto casa in via Fabrizi a Quinto. Movente: lui era fuori di sé perché i familiari, sorella compresa, non gli davano soldi.


Dalla questura è trapelato che il loro intervento sarebbe stato rallentato perché né lei né sua mamma, nonna di Alberto, avevate mai formalizzato una denuncia?

"Primo: nessuno ci ha mai consigliato né detto che per agire servisse una denuncia, se un poliziotto mi avesse detto che senza una denuncia era come parlare con un muro avremmo agito diversamente. Secondo: le vicende di mio figlio casualmente sono accadute di notte, di sera, in giorni festivi, quando non si può denunciare, almeno così ci hanno detto".

"Anche oggi ho guardato sul sito della polizia per vedere come eseguire la denuncia di un fatto pericoloso, ma niente, zero, ma i cittadini devono saperlo e poi in un frangente di confusione e pericolo è difficile essere razionali, per quanto noi abbiamo cercato di esserlo, avrebbero dovuto dirci "sta parlando con noi ma è come se parlasse con il suo vicino di casa, questo è il suo sfogo, rimane qui", quando uno chiama il 112 sa che chiama per un'emergenza, noi abbiamo fatto delle domande e aspettiamo delle risposte, senza presunzione. Nessuno ha accusato il corpo di polizia nella sua interezza, non abbiamo fatto accuse generiche ma estremamente specifiche su più segnalazioni sino ad una evidentissima, per noi di pericolo, noi non schiacciamo il tasti uno, uno e due perché non sappiamo cosa fare...".

"Vogliamo sapere cosa non ha funzionato, perché qualcosa non ha funzionato, questo è pacifico. Non è una guerra contro il corpo di polizia, addirittura si è mosso il sindacato, per dire che è estremamente raro il delitto che è successo: questo è raccapricciante. Cosa significa che il 112 si muove con un algoritmo che fa muovere la volante se l'omicidio è più frequente rispetto a raro? Sottolineare che la polizia fa assistenza sociale, mi perdoni, quando uno fa il 112 non pensa che arrivi un assistente sociale ma un signore con la pistola cosicché se c'è un altro con la pistola lo ferma".


La procedura, riferiscono dalla questura, prevede che se la persona pericolosa non è sul posto non si può andare a cercarla senza una denuncia formalizzata, infatti mi risulta che gli agenti due giorni prima del delitto, quando suo figlio appiccò fuoco alla porta della nonna sua vicina di casa, andarono a bussare in casa sua...

"Sono andati dove? Io lo ignoro, sicuramente sono stati mezz'ora in casa mia a interrogare me, per quella sera mio figlio oltre a bruciare la porta era venuto a casa mia a chiedere dei soldi...".


E' vero che lei quella sera invece di chiamare la polizia chiamò un vicino di casa?

"Sì, prima che arrivassero i poliziotti per avere una testimonianza che mio figlio fosse in casa, se scappa poi siamo ancora da capo, è tutto successo rapidamente e in modo concitato, avevamo relazione con una persona, ora possiamo dirlo, che aveva bisogno di una perizia psichiatrica, non molto in bolla, noi stessi eravamo tesi e stanchi dopo una notte in cui eravamo andati avanti e indietro per fare la veglia davanti alla porta di mia madre, avevamo chiesto la vigilanza privata e la vigilanza ha funzionato, devo capire se la polizia la devo pagare io, dovevo avere una bella pistola e darla a mia figlia".

Voi avevate messo una vigilanza privata?

"Il 24 notte ho fatto tutti i numeri delle vigilanze private e mi sono fermata a quelli che sono venuti a fare un giro periodico davanti alla porta di mia madre, la vigilanza privata Colombo, detta Pegaso, sono stati stupendi. Ma vuole dire che il cittadino italiano si deve difendere da solo con una vigilanza privata e con una persona con una pistola, come fanno negli Stati Uniti, solo così ti senti più tranquillo. Se il pericolo è imminente non puoi fare il 112 o trattenere la persona sennò non ci crede nessuno, giusto?"

"Le vigilanze sono state fatte il 24 e il 25 notte, e in quelle due notti mio figlio non ha fatto nulla, a dimostrazione che bastava poco per dissuaderlo, e per questo credo che una semplice volante in giro per via Fabrizi poteva evitare l'omicidio, e dire che la vigilanza poi non mi ha fatto neppure pagare il servizio, hanno capito più loro della polizia, all'epoca erano state date solo delle martellate alla porta di mia madre. Mi sembrava già grave, poi c'erano gli esposti dei vicini di casa, ma cosa sono gli esposti? Tutti abbiamo parlato con della gente in divisa che evidentemente ha preso il bigliettino delle note e l'ha buttato dal finestrino della volante".



Risulta che la sera dell'incendio alla porta della nonna i poliziotti abbiamo chiesto spiegazioni a sua madre, lei aveva risposto che pensava fosse Alberto ma non poteva denunciare un nipote.
Gli agenti a quel punto sono andati a suonare alla porta di Alberto e si sono sentiti dire che ad appiccare le fiamme poteva essere stato un inquilino che crea problemi nel palazzo, i poliziotti gli hanno anche chiesto se potevano entrare in casa ma si sono sentiti dire che non poteva farli entrare stava per fare una doccia.
Nello stesso tempo una pattuglia è venuta in casa sua, perché non aveva risposto al telefono della nonna, è vero? Le risulta questa ricostruzione?

"Piccolo particolare: non ho risposto alla nonna perché avevo Alberto davanti alla porta. E poi mi scusi dei poliziotti così educati solo mio figlio li ha trovati? "No, scusi, devo fare la doccia". Hanno creduto a tutto quello che diceva, e dopo che sono venuti da me sono tornati da mio figlio visto che gli ho detto che era fuori di testa e mi aveva chiesto dei soldi? Ripeto, le nostre potevano essere segnalazioni, ma parlavano di un soggetto che aveva picchiato sui muri tutta la santa notte, mio marito era in casa di mia madre a fare la guardia, per cercare di vederlo, se mi avessero detto che uno deve difendersi da solo domenica avremmo messo una guardia giurata invece di telefonare al 112".


Notizie di Alberto dal carcere?

"No, ha preso l'avvocato Mascia, mi pare un avvocato di un certo peso, direi che i suoi diritti sono correttamente gestiti come è giusto che sia per ogni cittadino italiano, peccato che il cittadino italiano era mia figlia che non attraversava neanche fuori dalle strisce e se lo facevo io mi diceva di tutto, ed è morta da sola"


Alice forse ha sottovalutato il pericolo rappresentato dal fratello?

"Assolutamente, diciamo che ha sopravvalutato l'affetto che ricordava fra loro due, ma se una persona non è più lui, purtroppo abbiamo creduto di denunciare Alberto con la chiamata al 112 perché è chiaro che non era più l'Alberto che conoscevamo prima".


Lei si è accorta in che momento della sua vita Alberto ha iniziato a deviare e non essere più lui?

"Dovrebbe chiederlo a uno psichiatra, ci sono stati dei segnali per cui ci siamo mossi con Salute Mentale, non è che siamo andati dall'assistente sociale a dire abbiamo qualche problema in casa, siamo andati da salute mentale, e non mi vengano a dire che i poliziotti lavorano 365 giorni all'anno, diciamo che correttamente lavorano con i turni e svolgono servizio riposati e pronti a fare il loro dovere, non parliamo di supereroi, e non aspettavamo supereroi il Primo Maggio, quando abbiamo telefonato aspettavano persone armate che potessero fermare una persona che minacciava di ammazzare persone, non me o mia mamma, ma "sette miliardi di coglioni al mondo", come diceva lui, poteva uccidere chiunque sarebbe capitato a tiro....


Il servizio di Salute Mentale è riuscito a prendere in carico la questione?

"Ha iniziato a fare le sue attività, sinceramente non conosco il protocollo, ha ascoltato me, mio marito, Alice, ma non era presente il malato, siamo andati dala in Salute mentale il 22 aprile per chiedere un intervento perchè, certo Alberto non era disponibile a farsi curare, ma noi avevano fatto segnalazione il 19 o 20 marzo perchè eravamo già stati con mia figlia con uno psicologo in questo tentativo di salvare Alberto, di salvare suo fratello, e invece ne è rimasta vittima lei e non si sono salvati nessuno dei due, al momento".


Andrà a trovare prima o poi suo figlio in carcere?

"Stiamo aspettando la valutazione dei medici, se adesso andiamo chi andiamo a trovare? Non lo sanno neanche loro chi c'è lì, se è l'Alberto che picchia sui muri... saranno finalmente i medici a decidere, perchè non volevamo che fosse il 112, noi non sappiamo come sta Alberto per questo non andiamo, non ci meritiamo altro male in questo momento, ne abbiamo abbastanza, soprattutto ne avuto Alice abbastanza di male e anche il suo bambino che non ce l'ha più".


Sì, è una storia terribile e immagino avrà avuto tanta solidarietà...

"Assolutamente, assolutamente, assolutamente... è difficile raddrizzare la cartolina di questa vicenda, adesso aspettiamo delle risposte su quello che poteva essere e non è stato"

"Ma mi devono dire cosa è successo, perchè mia figlia è stata uccisa senza che nessuno alzasse un dito?"


Nessuno della polizia l'ha chiamata?

"Io sono stata sentita dal pm Crispo a cui ho sciorinato due e mezzo di racconto di questi giorni. Lunedì ero andata in questura a chiedere copia di quella maledetta dichiarazione, esposto, mi devono ancora dire cos'era quella che ho fatto in casa mia, ok? mi devono ancora dire a me cittadina incensurata cosa ho fatto con due poliziotti con cui ho parlati per mezz'ora, probabilmente ho parlato con me stessa o con il gatto, non ne ho copia, non so cosa hanno scritto, non so che atto giuridico ho compiuto. Mi hanno assicurato che avevano già iniziato un procedimento interno di quello che era stato, poi sono stata chiamata dalla procura.

Ora aspetto l'esito, in una o due settimane, ora non c'è da correre, si corre quando si compone 112, credevo, quindi aspetto valutazioni serie e con estrema fiducia nella magistratura come avevo piena fiducia facendo il 112 di essere protetta, e se il protocollo adottato è corretto allora è bene interrogarsi se sia il protocollo giusto"

"Io ho la telefonata registrata in cui mio figlio condanna a morte di sua sorella, ma nessuno l'ha voluta sentire, dopo che l'hanno sentita hanno detto era un evidente intento omicidiario, intendiamo se quando li abbiamo chiamati non sono venuti perchè avevano settanta volanti impegnata in fatti gravi me lo dicano, allora è sfiga, ma se non sanno discriminare chi è in pericolo come mia figlia che ha avuto 17, 20 coltellate... ditemi a chi devo telefonare se sono in pericolo o fare un abbonamento con la vigilanza privata o comprarsi un'arma".

"Il punto cruciale è la telefonata di mio marito al 112 il primo di Maggio: avrebbero dovuto muoversi e venire qua ad ascoltare la telefonata di mio figlio, ma dopo un mese ancora non ci hanno detto niente e mio figlio poteva ammazzare chiunque".

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