Il commendatore Lino Tito FontanaPer decenni a Chiavari e nel Tigullio bastava pronunciare il nome "commendator Fontana" e tutti sapevano di chi si parlava. Lino Tito Fontana, partito da Rezzoaglio con l’azienda di calzature ereditata dal padre, aveva costruito un impero: il grattacielo di Lavagna, decine di immobili di pregio tra Chiavari e Genova, la presidenza dell’Entella nei primi anni ’60, ma anche la creazione del mercatino delle merci e di eventi come la Giornata del Perù e “Liguri nel mondo”. Uomo di potere democristiano, amico intimo di Paolo Emilio Taviani, apriva la porta di casa sua ai ministri romani e decideva chi contava davvero in città. Ora nell'occhio del ciclone c'è la sua eredità milionaria.
Il tumore e il lento declino
A fine anni ’80 arriva la diagnosi: tumore. Fontana vola a Parigi per una terapia sperimentale. I medici lo avvertono: "Con gli anni potrebbero comparire problemi cognitivi". E così è stato. Negli ultimi quindici anni della sua vita l’imprenditore alterna momenti di lucidità a giornate sempre più opache. Il figlio Marco è lontano, in Sud America, a produrre e vendere marmellate. A Chiavari resta un geometra di fiducia, inizialmente assunto solo per gestire il patrimonio immobiliare, che pian piano diventa l’ombra costante del commendatore: accompagnamento 24 ore su 24, deleghe sui conti correnti, chiavi di casa.
Il testamento della discordia
Primavera 2020. Marco Fontana rientra in Italia e trova il padre irriconoscibile: straparla, non riconosce le persone, è chiaramente incapace di intendere e volere. Pochi giorni prima, però, il 90enne ha firmato un nuovo testamento olografo: tutto il patrimonio – case, appartamenti, quote societarie – al geometra. I precedenti testamenti, che dividevano l’eredità tra i familiari, vengono revocati. A dicembre 2020 Lino Tito Fontana muore. Il geometra pubblica immediatamente il testamento.
Le tracce che non tornano
L’incubo del figlio inizia subito. Con l’aiuto di un avvocato e di un consulente contabile comincia a ricostruire quattro anni di movimenti. Scopre immobili di pregio venduti a prezzi sospetti nei sei mesi successivi alla morte, con procure speciali firmate quando il padre era già in coma; bonifici per decine di migliaia di euro partiti dal conto anche dopo il decesso; società sciolte e quote svanite nel nulla; gestione del patrimonio mai formalizzata con contratti o incarichi ufficiali.
La denuncia e l’inchiesta
Solo nel 2024, dopo quattro anni di lavoro per mappare un patrimonio stimato intorno ai 40 milioni di euro, Marco Fontana presenta denuncia. La Procura di Genova apre immediatamente un fascicolo per circonvenzione di incapace. La guardia di Finanza sta passando al setaccio conti, rogiti e firme. L’accusa è pesantissima: qualcuno avrebbe approfittato della fragilità mentale di un anziano molto ricco per mettergli in mano la penna al momento giusto e poi fare sparire, pezzo dopo pezzo, un impero costruito in settant’anni di lavoro.
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