Cronaca

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Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari sono morti durante una perquisizione in una casa di Castel d'Azzano, in provincia di Verona, in vista di uno sgombero abitativo. Minuti di silenzio in tutte le scuole italiane
1 minuto e 45 secondi di lettura
di Redazione

Bandiere a mezz’asta sul palazzo della Regione Liguria in piazza De Ferrari in occasione dei funerali, previsti oggi alle 16 nella Basilica di Santa Giustina a Padova, di Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari, i tre carabinieri morti a causa dell’esplosione del casolare di Castel D'Azzano, nel veronese.

Bucci: "La Liguria si unisce al dolore delle famiglie"

"In un giorno di lutto, tutta la Liguria si unisce al dolore delle famiglie e del corpo dei carabinieri per questa tragedia che ha causato la perdita di tre servitori dello Stato, morti nell’adempimento delle loro funzioni", commenta il presidente della Regione Marco Bucci a nome della Giunta.

Un minuto di silenzio in tutte le scuole italiane

"All'inizio delle lezioni si è tenuto oggi in tutte le scuole italiane un minuto di silenzio per commemorare Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, carabinieri morti nell'adempimento del dovere. Il loro sacrificio, che onoriamo con commozione, ci ricorda che la nostra democrazia si fonda sul rispetto della legalità. L'Arma ne è ogni giorno un baluardo e un presidio". Lo fa sapere il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.

L'esplosione in provincia di Verona

Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari sono morti durante una perquisizione in una casa di Castel d'Azzano, in provincia di Verona, in vista di uno sgombero abitativo. Gli inquilini dell'immobile, i tre fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori con problemi finanziari e ipotecari, conducevano un braccio di ferro da due anni. L'anno scorso erano saliti sul tetto della casa minacciando di farla esplodere. In passato la sorella si era cosparsa di amuchina. E, a quanto si ricostruisce, sarebbe stata lei ad accendere l'innesco - probabilmente una molotov - da cui è partita l'esplosione. È rimasta ustionata ed è stata ricoverata in ospedale, mentre i fratelli - nascosti in cortile - hanno tentato di darsi alla fuga. Uno, Dino, è stato fermato subito, mentre il maggiore, Franco, è stato rintracciato nei campi circostanti in mattinata e arrestato.

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