
Continuano senza sosta le indagini sulla drammatica morte di Evelinndel Moori Chamorro, 30enne peruviana, precipitata dal secondo piano nella tromba delle scale di un edificio in salita superiore della Noce, nel quartiere San Martino. La donna, che viveva in un alloggio comunale destinato a persone in emergenza abitativa, avrebbe avuto una violenta lite con il compagno, Marlo Vidalon, di due anni più grande, poco prima della tragedia.
Nella casa risiedevano anche le due figlie piccole della coppia, la sorella di Evelinndel e la sua famiglia. A fare luce sull’accaduto è la squadra mobile, diretta dal primo dirigente Carlo Bartelli e dal vice Federico Mastorci, sotto il coordinamento del pubblico ministero Giuseppe Longo. Il compagno, interrogato dagli inquirenti, ha fornito la sua versione dei fatti: “Abbiamo discusso animatamente, lei ha minacciato di colpirmi e io sono scappato. Fuori dalla porta ha gridato ‘se non ti fermi mi butto’. Ma io ero già sceso”. Tra le ipotesi al vaglio, c’è quella che Evelinndel possa essere stata spinta durante la lite, perdendo l’equilibrio e cadendo nel vuoto. In assenza di telecamere di videosorveglianza, gli investigatori si affidano all’autopsia, che sarà eseguita dal medico legale Davide Bedocchi, per chiarire le dinamiche della tragedia. Sul corpo della donna, che svolgeva saltuariamente lavori come badante, sono stati rilevati segni compatibili con le manovre di rianimazione effettuate dal personale del 118.
Per avere risposte definitive sulla causa della morte di Evelinndel, sarà necessario attendere i risultati delle analisi, previsti tra circa sessanta giorni. Intanto, il quartiere di San Martino resta sconvolto da un dramma che lascia molte domande aperte.
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