
L'ex membro delle Brigate Rosse, Leonardo Bertulazzi, 73 anni, è stato scarcerato e torna agli arresti domiciliari con la cavigliera elettronica a Buenos Aires. Oggi la Corte Federale di Cassazione argentina ha infatti annullato la custodia in carcere, considerando l'età e i suoi problemi cardiaci e visivi. Bertulazzi avrà diritto ai controlli medici e sarà sorvegliato da una pattuglia della Polizia Federale, 24 ore su 24. Per il suo avvocato Rodolfo Yanzón "è una buona notizia e la giudice Servini ha riconosciuto la sussistenza del diritto secondo la Convenzione Onu, in attesa della decisione finale sul suo status di rifugiato".
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Il 73enne ex brigatista è stato trasferito dal carcere al domicilio di Buenos Aires della moglie, con cui convive da oltre 32 anni. Secondo l'avvocato Rodolfo Yanzón, difensore dell'ex Br, Bertulazzi "dovrebbe godere di piena libertà, con l'estradizione sospesa, perché non può procedere un'estradizione mentre la protezione attualmente vigente resta in vigore", visto che la giudice Sarvini "ha riconosciuto la sussistenza del suo diritto ai sensi della Convenzione ONU, in attesa della decisione definitiva sullo status di rifugiato".
In caso di futura estradizione in Italia, l'ex brigatista non sarà comunque incarcerato, ma avrà diritto a un nuovo processo per il sequestro dell'imprenditore Pietro Costa e la partecipazione a banda armata negli anni '70. La Corte d'Appello di Genova dovrà riesaminare il caso da zero, con l'accusa chiamata a provare la colpevolezza quasi cinquant'anni dopo i fatti, garantendo così il diritto a un processo equo secondo le norme italiane attualmente vigenti.
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