
Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Giuseppe Vadalà, il barbiere di 53 anni che il 28 febbraio scorso ha sparato tre colpi di pistola contro l'imprenditore edile Matteo Bo di 52 anni, suo vicino di casa, al culmine di una lite nata per dei terreni confinanti.
Le accuse di tentato omicidio e porto abusivo della pistola
Prima la lite, poi gli spari
Proprio di fronte alle abitazioni, due villette a pochi metri di distanza l’una dall’altra, è avvenuto il fatto di sangue: quella mattina Vadalá ha visto Bo che lavorava su un piccolo escavatore nel terreno causa di attriti da anni. L’ennesima lita è scoppiata e poco dopo Vadalá, che deteneva legalmente una calibro 38 (che però non poteva essere portata fuori dall'abitazione), è uscito e gli ha sparato. Sei colpi in tutto, tre hanno ferito Bo lasciandolo in fin di vita.
L’allarme è stato dato da un’altra vicina che ha sentito tutto. E mentre Bo veniva soccorso Vadalá prendeva l’auto e scappava. Prima ha raggiunto casa del fratello, nella frazione di Campegli a Casarza Ligure, poi è risalito in auto e ha fatto perdere le sue tracce. Intanto i carabinieri di Sestri Levante coordinati dal colonnello Michele Lastella hanno raggiunto Campegli. Una buona intuizione ma il parrucchiere aveva già lasciato l’agglomerato di villette. Qualche ora dopo, Vadalá - che nel mentre aveva effettuato diverse telefonate tra cui quella al suo avvocato, Angelo Paone, che gli ha subito consigliato di consegnarsi - si è presentato nella caserma dei Carabinieri di Sestri Levante. Ai militari ha detto, come ha poi ripetuto al GIP: “Non ci ho più visto”.
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IL COMMENTO
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