Cronaca

Torna alla homepage
1 minuto e 15 secondi di lettura
di redazione

Il pubblico ministero Stefano Puppo ha chiesto la condanna a 12 per Gian Paolo Bregante, l'ex comandante di navi 72enne che a settembre ha ucciso la moglie Cristina Marini a Sestri Levante (Genova). La difesa (avvocati Federico Ricci e Paolo Scovazzi) ha chiesto il proscioglimento per totale infermità di mente e, in subordine, al seminfermità.

Il pm ha ritenuto, nel calcolo della sua richiesta, la prevalenza delle attenuanti generiche sull'aggravante del femminicidio, quella della provocazione e ha chiesto di tenere conto anche del risarcimento del danno nei confronti del figlio della coppia Bregante ha rilasciato spontanee dichiarazioni davanti alla corte d'Assise (presidente Massimo Cusatti): "Ho tentato di salvarla in ogni modo - ha detto - poi quel giorno non ho capito più niente e le ho sparato". La sentenza è prevista per giovedì.     L'uomo, dopo avere sparato alla moglie, aveva chiamato i carabinieri.

Aveva sostenuto di averla uccisa perché lei non voleva curare la depressione. Questo, secondo il suo racconto, avrebbe comportato un peggioramento delle sue condizioni rendendola sempre più insofferente e aggressiva.

"Non avevo mai pensato di ucciderla, al massimo in quest'ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso", le sue parole davanti al giudice dopo l'arresto. La gip aveva scritto che l'ex comandante aveva ucciso "in preda a un raptus".

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook

 

ARTICOLI CORRELATI

Martedì 24 Settembre 2024

Femminicidio, Bregante uccise la moglie in un raptus. Il gip: "Non ha autocontrollo"

La gravità del gesto "denota una pericolosità consistente" e una "mancanza totale di autocontrollo"