
Ancora violenza nel carcere di Marassi dove ieri due agenti della polizia penitenziaria sono state aggrediti da un detenuto.
L'aggressione nel centro clinico del penitenziario di Genova
È successo qualche minuto prima delle 16. L'aggressore, un ragazzo italiano di 25 anni con problemi psichiatrici, per cause ancora in fase di accertamento, ha colpito i due poliziotti con diversi pugni al volto mentre si trovava ristretto nel centro clinico del penitenziario di Marassi. Gli agenti sono stati subito soccorsi dal personale medico e trasportati al pronto soccorso dove hanno riportato ferite per una prognosi di dieci giorni ciascuno.
La denuncia del sindacato: "Uno stillicidio insopportabile"
"Uno stillicidio insopportabile – afferma Fabio Pagani, segretario della UIL PA Polizia Penitenziari -. Appare oramai inarrestabile la deriva della sicurezza all’interno delle carceri. A Marassi, in quest’ultimo periodo, l’incolumità fisica dei colleghi sembra non interessare a nessuno e dove nessuno si preoccupa di prevenire i rischi per la loro incolumità fisica. Agenti di Polizia penitenziaria abbandonati al cospetto di numerosi detenuti, a mani nude, senza dispositivi di sicurezza personale, senza l’ausilio di apparati tecnologici e come ieri a Genova in preda a raptus di detenuti psichiatrici. Questa è la reale condizione di lavoro nelle carceri. Bisogna mettere assolutamente mano nel sistema penitenziario – conclude Pagani - ma guardando anche a chi nelle carceri ci lavora perché tutto ciò dipende anche dal fatto che la Polizia Penitenziaria ha oggi un ruolo marginale nei processi decisionali e nella valutazione degli indirizzi relativi alla gestione delle carceri, ma soprattutto bisogna rivederne le modalità di espletamento della funzione che, nell’era digitale e tecnologica attuale, non può certo essere quella odierna".
Il 4 giugno la rivolta nel carcere di Marassi
A inizio mese il carcere di Marassi è stato teatro di una violenta rivolta, con circa 200 detenuti che hanno devastato celle e corridoi, spinti dal desiderio di vendetta per un presunto stupro ai danni di un compagno di detenzione. I reclusi, saliti sui camminamenti, hanno urlato e sbattuto pentole contro le inferriate, mentre la Polizia penitenziaria, già stremata, ha faticato a contenere i tumulti
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IL COMMENTO
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