
La parola "spoofing" deriva dal termine inglese "spoof", che significa “imitare” o “falsificare”.
Lo spoofing telefonico è una tecnica utilizzata dai truffatori per alterare il numero di telefono visualizzato sullo schermo del destinatario durante una chiamata in modo che sembri provenire da un'entità affidabile o di fiducia, come una banca o un'azienda.
Anche a Genova come nel resto d'Italia sono in aumento le vittime di queste truffe, lo ha confermato il dirigente della polizia Postale Alessandro Carmeli durante la campagna “Una vita da Social” svolta con il truck della Polizia Postale che si fermerà per tutta la giornata a calata Mandraccio al Porto Antico per incontrare i giovani delle scuole e parlare della sicurezza in rete.
I cani anti droga e anti esplosivi
Testimonial dell’evento le Unità Cinofile della Polizia di Stato condotte dall'ispettore Laura Bisio: quattro cani addestrati per scovare sostanze stupefacenti e materiali esplosivi.
Carmeli ha poi spiegato i rischi a cui possono incorre i cittadini, minori e non: "I reati in rete sono in aumento, non soltanto sui social perché possono nascondere insidie per tutti e in particolare per i minori, soprattutto per i nativi digitali che hanno molta familiarità con i device. I reati principali in aumento sul territorio nazionale sono l'adescamento dei minori, perché in internet chiunque può dire di essere chiunque e quindi dall'altra parte dello schermo. Potrebbe esserci un adulto che ha interessi particolari nei confronti del minore e poi ci sono tutta un'altra serie di reati come il cyberbullismo, reato che prevalentemente nasce in ambiente scolastico. Perché i ragazzi dopo la scuola spesso si incontrano sulla piazza digitale.
Nel truck della polizia solo oggi 250 studenti
Per questo in seno a questa campagna solo oggi incontreremo 250 studenti genovesi a cui cerchiamo di insegnare l'uso consapevole e responsabile della rete internet. Responsabile vuol dire educare i ragazzi a cosa si può fare e non e non fare in rete".
Poi Carmeli ammette che esiste un nuovo tipo di truffa che fa arrivare a casa un numero di telefono con un numero camuffato che induce a pensare che a chiamare possa essere la propria banca. "Si chiama Spoofing ed è possibile grazie alla possibilità di effettuare delle telefonate nascondendo il numero reale facendo apparire un numero differente che spesso potrebbe essere un numero della banca, ma a volte utilizzano anche numeri in dotazione alle forze dell'ordine".
"Quindi - ribadisce Carmeli - diciamo di prestare attenzione e quando vengono richiesti dati personali, pagamenti bonifici o richieste di denaro, quelle sono sempre truffe perché gli operatori di banca non hanno motivo di telefonare e conoscono già le password, che sono comunque personali, quindi nessuno le chiede, neppure le forze dell'ordine".
Carmeli per ultimo consiglia cosa fare quando si riceve un messaggio o una da parte di un operatore che dice di essere delle forze dell'ordine e di una banca e altre telefonate con richieste strane. "E' bene interrompere la telefonata ed effettuare una chiamata dal proprio cellulare al numero memorizzato sul telefono cellulare e non all'ultima chiamata che si è ricevuta".
"I genitori hanno il dovere di controllare il telefono dei figli minori"
Alla domanda cosa possono fare gli adulti per tutelare i minori dalle insidie dei Social il dirigente della Stradale dice una frase importante: "I genitori non hanno soltanto il diritto di controllare il telefono cellulare dei minori, ma ne hanno il dovere. Noi proponiamo loro di farlo già in giovane età, in modo tale che il minore si abitui al controllo del genitore. Non è un'invasione nella vita privata. I campanelli di allarme che possono fare capire che il minore può avere problemi sui social è quando il minore cambia d'umore diventa più taciturno, se ci accorge di qualche campanello d'allarme si può avvisare le forze dell'ordine".
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