GENOVA - I giudici del Riesame del tribunale di Genova hanno respinto l'istanza di revoca degli arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti, arrestato il 7 maggio scorso con l'accusa di corruzione. Toti resta dunque in stato di detenzione nella sua casa di Ameglia nello Spezzino.
Di fatto i giudici del tribunale del Riesame hanno riconosciuto il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Nel ricorso che ha presentato l'avvocato di Toti, Stefano Savi, era stato ribadito che il suo assistito non ha "commesso reati" e di aver "agito sempre nell'interesse della Regione" aggiungendo però che, per il futuro, "non chiederà più finanziamenti ai privati nelle modalità" usate prima dell'inchiesta.
Alla vigilia della decisione la gip Faggioni aveva risposto la prima istanza di revoca dei domiciliari. Secondo la giudice c'è infatti il rischio di inquinamento probatorio permane "in modo attuale e concreto" visto che le indagini sono ancora in corso e che "Toti ha tenuto un atteggiamento elusivo". Alla fine la decisione dei giudici del Riesame conferma i domiciliari per il governatore che resta dunque sospeso dalla sua carica. Ora l'avvocato Savi presenterà il ricorso in Cassazione che verrà valutato a settembre.
Lunedì 1 luglio il Riesame aveva rigettato la richiesta di scarcerazione per l'ex presidente del Porto di Genova e Savona Paolo Emilio Signorini (unico in carcere) perché le soluzioni individuate per i domiciliari - un'abitazione a Genova messa a disposizione da una parente oppure ad Aosta dal fratello - non sono apparse ai giudici sufficientemente tranquillizzanti circa il rischio di inquinamento probatorio.
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