
GENOVA - Quello di Micaela è un lungo e drammatico viaggio nella malattia dell'anoressia, lei a oltre 40 anni, adesso che è guarita racconta con l'entusiasmo di un adolescente la sua voglia di vita repressa per troppi anni, proprio dall'età, appunto vent'anni, quando la vita dovresti morderla e assaporarla nel modo più bello e pieno.
Micaela racconta con lucidità le tante sofferenze che ha attraversato, con medici che non capivano e la spronavano a reagire neanche il suo fosse un capriccio e non una vera e propria malattia che andava curata con adeguate terapie.
Perché l'anoressia non è un disturbo da cui si può uscire da soli, ripete più volte Micaela, ma una malattia che può essere letale, la seconda causa di morte fra i giovani dopo gli incidenti stradali e che solo l'anno passato è costata la vita a 3780 persone di ogni età, femmine e pure maschi.
Micaela che nel momenti più difficili si sentiva in un angolo, un puntino nel nulla, e avvertiva il freddo delle sue ossa e la testa staccata dal corpo. Una malattia le ha fatto dimenticare le cose più care, gli affetti, la mamma, il papà e la sorella che invece le sono sempre rimasti accanto. Era come se per vent'anni avessi indossato un paio di occhiali neri, esemplifica Micaela.
Poi però il treno ha fischiato, e lei ha cominciato a smetterla di guardare solo in basso, e ha iniziato ad alzare lo sguardo verso l'alto, verso le persone che le volevano bene, come Massimo, il suo compagno, che assiste all'intervista con discrezione e grande partecipazione e amore, felice e orgoglioso nel sentire la sua Micaela parlare della bellezza di vivere.
Micaela conclude con i consigli a chi rivolgersi in caso di necessità per patologie del comportamento alimentare: "Il numero è 393.99.39.444", prima si chiamava "Mi Nutro di Vita" ed era un'associazione, ora è la Fondazione Fiocchetto Lilla, a fondarla è stato il genovese Stefano Tavilla, un papà che ha perso una figlia, Giulia, a soli a 17 anni mentre era in lista di attesa per essere ricoverata".
IL COMMENTO
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