
GENOVA - Sono due i fronti di indagine aperti per l'infortunio di ieri (venerdì 22 marzo ndr) a Pegli costato la vita a Chokri Bouhali, operaio edile tunisino di 45 anni. Da un lato, nel mirino degli investigatori è finito il committente dei lavori, il proprietario della casa alla cui ristrutturazione stava lavorando Bouhali prima di precipitare dal tetto; dall'altro, la regolarità del cantiere con il focus sul lavoro in 'nero'. Gli ispettori del nucleo Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della Asl3 hanno sequestrato il cantiere e acquisito tutta la documentazione relativa ai lavori per accertare se il committente abbia scelto la ditta verificando che la stessa avesse tutti i requisiti per potere intraprendere un lavoro così importante.
Bouhali stava infatti ristrutturando sia gli interni della villetta a due piani, che la parte esterna, e per questo aveva montato le impalcature su tutte le facciate fino al tetto. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Longo e dall'aggiunto Francesco Pinto, vogliono anche verificare che non vi fossero lavoratori in nero. La vittima aveva una partita Iva ed era titolare della ditta individuale ma a dare l'allarme è stato un amico che era con lui in cantiere e che, secondo i primi accertamenti, non aveva alcun contratto. Il pm ha intanto disposto l'autopsia.
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