Cronaca

Terrile in aula: "I tecnici Aspi temevano di ridurre utili"
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 E venne il giorno in cui il nome della famiglia Benetton irrompe nel processo sulla tragedia di ponte Morandi, attaccata in modo indiretto dal pubblico ministero Terrile nella sua lunghissima requisitoria contro i 59 imputati.

"I tecnici di Aspi temevano di ridurre gli utili da dividere fra i soci" ha detto il pm.


Terrile è apparso un fiume in piena: "Sono stati ignorati i sensori, i manuali sulla sicurezza, falsificati i report che avrebbero obbligato a fare i lavori di messa in sicurezza".

Il magistrato titolare delle indagini sul crollo del 14 agosto 2018 costato la vita a 43 persone davanti al giudice dell'Udienza Preliminare Paola Faggioni ha preso la parola e non ha più smesso sino alla pausa pranzo, ha parlato senza soste per almeno tre ore leggendo il memoriale delle indagini, di fatto il racconto della tragedia.

Dalle parole di Terrile dopo il riferimento ai Benetton sono trapelate una a una le prove e i tanti elementi raccolti che sembrano inchiodare gli indagati, perlopiù dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea, la società controllata che avrebbe dovuto controllare Aspi.

Dai sensori che avrebbero dovuto segnalare i movimenti delle fessurazioni, ai tanti segnali ignorati, dalla sicurezza sempre relegata in secondo piano, alle relazioni e i report falsificati per nascondere le vere condizioni del ponte.

Terrile, a detta di chi si trovava nella tensostruttura, in certi momenti è sembrato quasi chirurgico, come un consumato attore che recita sé stesso, mettendo in scena la parte del pubblico ministero che inchioda i cattivi, incastra i responsabili di una delle tragedia più terribili e annunciate non solo di Genova ma dell'intera recente storia della Repubblica.

Una tragedia che il pm ha accostato a quella della Thyssen, lo stabilimento siderurgico di Torino dove nel 2007 morirono sette persone a causa di uno scoppio e un incendio.
Secondo Terrile, che ha svolto l'indagine insieme al pm Walter Cotugno, tutti sapevano dalla fine degli anni '70 che Ponte Morandi aveva difetti e aveva bisogno di interventi di rinforzo, ma nessuno fece nulla per risparmiare e garantire maggiori dividendi ai soci.

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