Cronaca

La storia di Massimo Mantelero, dall'arresto della compagna del gangster al casello di Pra', alla coltellata presa dal due giovani che sfrecciavano in moto sotto i portici di via XX Settembre: "Ai giovani agenti raccomando educazione e il rispetto di tutti
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GENOVA -Addio alla divisa, ora la vita dell'ispettore delle volanti della polizia Massimo Mantelero, 60 anni, un diploma da geometra mai usato, sarà riempita dai viaggi in camper con la moglie e il cane Neve preso al canile. L'ultimo turno prima della pensione è stato toccante, un rito consolidato, con le  sirene accese che lo hanno accolto al rientro in questura, e poi il "vela", il congedo della sala operativa.
"Con la divisa ho realizzato il mio sogno - racconta Massimo - sognavo di fare il poliziotto da bambino e ci sono riuscito, alla polizia non posso che dire grazie perché mi ha consentito di vivere bene, di comprarmi una casa e laureare mio figlio, che ora lavora nello shipping".



Nel ricordare i suoi trent'anni di divisa Mantelero sottolinea l'arresto della fidanzata del gangster Vallanzasca al casello di Pra', "un controllo di documenti e scoprimmo che era ricercata", la coltellata ad una mano presa per fermare due giovani che sfrecciavano in scooter sotto i portici di via XX Settembre. E poi tanti arresti, per droga, molti dei quali nella zona di Sestri Ponente, dove Massimo abita e dove ha lavorato al commissariato.
"Ho vissuto il lavoro di poliziotto come un servizio a disposizione dei cittadini. Ai ragazzi che iniziano il mestiere dico sempre di essere educati e comportarsi con il clochard come ci si comporta con l'ingegnere nucleare, ci vuole sempre rispetto, certo se una persona invece non ti rispetta bisogna essere duri, la legge va fatta rispettare".
Fra i servizi che ricorda con più tenerezza quelli al servizio degli anziani, "una sera una pensionata mi chiamò spaventata perché vedeva il fantasma del marito nel mobile. Era molto agitata. La raggiungemmo e la rassicurammo, fu molto bello sentirsi utili a quella donna rimasta sola".

Tanti anni in più uffici, con tanti dirigenti che Massimo ricorda con affetto, dall'attuale numero uno delle volanti Maria Teresa Canessa, a Delia Bucarelli, ora vicario a Bergamo, a Giovanni Giuliano, attuale dirigente dell'Ufficio Stranieri. Massimo termina con una considerazione: "In tanti anni di lavoro non sono mai stato costretto a usare la pistola. Sono stato fortunato... ma lo dico da sempre, prima delle maniere forti bisogna parlare, dialogare. La forza va usata solo quando si è costretti".

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