
GENOVA - Lo scooter con cui un ragazzo di 18 anni nel marzo scorso investì e uccise il manager musicale Vincenzo Spera "andava a una velocità adeguata" ma, forse per una distrazione o la scarsa visibilità dovuta alla pioggia, non venne frenato, "nonostante il ragazzo avesse tutto il tempo per farlo".
È il risultato della perizia dell'ingegnere Marco Sartini, depositata nei giorni scorsi al pubblico ministero Patrizia Petruzziello che coordina le indagini della polizia locale sulla morte del manager. Nella consulenza viene esclusa una responsabilità, come concausa, di un suv che quella sera non si fermò a dare la precedenza a Spera mentre attraversava sulle strisce.
L'automobilista, che è stato identificato, verrà adesso sanzionato per la violazione del codice della strada. Non solo. L'esperto ha anche valutato la presenza di buche sull'asfalto e di un albero che poteva intralciare la visuale. Ma anche questi elementi sarebbero stati esclusi come possibili concause dell'incidente.
questo punto il pm chiuderà le indagini a stretto giro. Il manager era stato investito il 13 marzo in corso Magenta, nel quartiere Castelletto, mentre rientrava a casa: Spera venne soccorso dal personale del 118, con l'automedica. Le sue condizioni erano apparse subito drammatiche ed era poi morto nella notte in ospedale. Il ragazzo, assistito dagli avvocati Carlo Contu e Nicola Scodnik, stava andando a svolgere attività sportiva
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