Cronaca

Nella Città Metropolitana di Genova tre casi in pochi giorni individuati dai carabinieri forestali
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GENOVA - Nonostante il divieto di accensione fuochi per "grave pericolosità di incendi boschivi" c'è chi senza troppi problemi continua ad accendere roghi spesso per fare pulizie. In pochi giorni i carabinieri forestali di Genova hanno comminato tre sanzioni ognuna per un valore di 10mila euro. L'ultimo caso questo sabato a Zoagli. 

Con le attuali condizioni climatiche il pericolo di incendio permane anche appena dopo piovuto. Il terreno asciuga con estrema rapidità e il vegetale è secco: è quindi necessario astenersi dalle condotte pericolose fino a che lo stato di grave pericolosità non verrà revocato a fronte di condizioni meteoclimatiche più favorevoli.

L'area metropolitana di Genova nell’ultimo decennio "ha visto costantemente diminuire il numero complessivo degli incendi boschivi. La componente dolosa è scesa, da un iniziale 70-80% al 40-50% degli ultimi anni" spiegano in una nota i carabinieri forestali. Negli ultimi quindici anni, in tutta l'area la Forestale ha segnalato all’autorità giudiziaria circa trenta incendiari dolosi, alcuni dei quali operavano in concorso tra loro. In molti casi si sono viste comminate pene detentive anche pesanti. "L’attività investigativa è sempre iniziata ed inizia immediatamente al verificarsi di ogni incendio, indipendentemente dalla sua dimensione, e ciò ha contribuito a limitare sempre di più il peso statistico della componente dolosa del fenomeno" precisano i carabinieri forestali.

Negli ultimi, anni, pertanto, sono le condotte imprudenti a cagionare la maggior parte degli incendi boschivi. La principale causa degli incendi colposi è dovuta all’incauto uso del fuoco nell’attività agricola, ma altre cause non trascurabili sono l’utilizzo di macchinari da lavoro che producono scintille o braci (si pensi alla saldatrice o alle mole angolari), l’uso del fuoco per cucinare vivande e il lancio di petardi e altri artifici. E’ anche bene prestare attenzione all’uso di decespugliatori o motoseghe che, in casi documentati, hanno innescato incendi col calore del motore o per aver provocato scintille colpendo pietrame con il disco o la catena.

Chi causa un incendio boschivo non ne risponde solo penalmente rischiando severe pene detentive, ma anche civilmente dovendo rifondere il danno cagionato (sempre ingente) per le operazioni di spegnimento o a terzi: purtroppo si sono documentati casi in cui gli incendi hanno incenerito abitazioni, locali di lavoro o, ancor peggio, hanno cagionato infermità o morte di semplici cittadini o operatori antincendio.