Cronaca

Otto mesi dopo il delitto nella zona di vico Mele un inquilino scaglia una bottiglia sulla strada per chiedere silenzio a spacciatori e prostitute. La reazione è un'irruzione nel caseggiato: divelte cassette delle poste e cavi del telefono
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GENOVA - Non è servito neppure il più terribile omicidio avvenuto negli ultimi anni a Genova in cui un uomo è stato ucciso con una freccia da un inquilino esasperato dal rumore sotto le sue finestre.

Otto mesi dopo il ghetto del centro storico attorno a vico Mele, fra via San Luca e la Maddalena, è stato ancora teatro di violenze esagerate.

E' successo alcune notti fa. Un inquilino esasperato dal rumore sotto le finestre non riuscendo a dormire ha gettato una bottiglia all'indirizzo di un gruppo di spacciatori e di prostitute che facevano baccano da ore. Una scena che ha riportato alla mente a tutti la tragedia dello scorso autunno, quando un inquilino uccise con una freccia un uomo che stava festeggiando in strada con alcuni amici la nascita del secondo figlio.

La nuova notte di violenza è avvenuta in una piazzetta da sempre presidiata dalle prostitute davanti ai bassi trasformati in alcove, a pochi metri da vico Mele.

La reazione degli spacciatori nei confronti dell'inquilino non si è fatta attendere: in piena notte hanno fatto irruzione nel palazzo sradicando le cassette delle lettere e staccando i cavi della centralina telefonica (nella foto). Un danno ingente, la conferma, come denunciano gli abitanti, che l'omicidio della freccia non è servito a nulla: di notte vico Mele e dintorni diventano ghetti in cui è pericoloso addentrarsi e anche vivere, come testimonia la reazione scomposta dell'abitante che ha lanciato la bottiglia dalla finestra.

I controlli delle forze di polizia si vedono solo fino a tarda serata, poi più niente. "La notte di divise neanche l'ombra" dicono tutti.

Ulteriore riprova del senso di insicurezza degli abitanti è la fuga degli abitanti dal palazzo dove si è consumato il delitto della freccia. Da lì molti inquilini hanno deciso di andare via, cittadini che non dimenticheranno lo strazio di quell'uomo morto sotto i loro occhi in un lago di sangue: "Qui non si può più vivere".

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