GENOVA - Si conclude con un patteggiamento la tragedia che nel febbraio 2021 ha sconvolto tutto il quartiere di Marassi e tutta Genova.
Dopo due anni il conducente del camion che l'8 febbraio in via Monticelli travolse Federica Picasso, di 35 anni, che viaggiava sul suo monopattino elettrico, ha patteggiato un anno di reclusione - come si legge sul Secolo XIX -, con la sospensione condizionale della pena, per il reato di omicidio stradale.
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Si chiude quindi la vicenda a livello penale, ma non per i famigliari della donna, soprattutto il marito e la figlia, che da tempo combattono per la sicurezza stradale. Nel nome della donna è stato infatti istituito il Premio Federica Picasso, organizzato dal comitato promotore composto dallo Studio Legale Associato degli avvocati Sguerso – dove la ragazza lavorava come impiegata amministrativa prima della scomparsa, insieme al Comune di Genova.
Il premio ha un doppio obiettivo: onorare la memoria di Federica e stimolare l’interesse dei più piccoli verso i temi e i valori della mobilità sostenibile, nell’ottica di promuovere un’autentica cultura dell’educazione e della sicurezza stradale.
Secondo il quotidiano l'assicurazione del camion avrebbe riconosciuto un risarcimento molto più basso rispetto a quanto sarebbe dovuto essere elargito secondo le tabelle in materia. Questo perchè il giudice penale avrebbe riconosciuto, nella sua valutazione, un'attenuante che riguarda una possibile corresponsabilità della vittima.
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Qualcosa di inaccettabile per la famiglia di Federica Picasso. Quel giorno la donna si è scontrata con un camion e dopo essere caduta ha perso il casco ed è stata travolta e uccisa dal mezzo pensante. A nulla sono serviti i soccorsi prestati dai militi di una pubblica assistenza di zona e dai medici del 118: la trentenne è morta sul colpo.
Adesso sarà un giudice del tribunale civile a decidere sulle richieste della famiglia.
IL COMMENTO
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