GENOVA -Ha lasciato il suo ufficio nei giorni scorsi, senza clamore come è nel suo carattere, il capo della squadra mobile di Genova Stefano Signoretti (a sinistra) dopo tre anni e mezzo nella questura di via Diaz è stato promosso all'ufficio investigativo più importante d'Italia: a capo della squadra mobile di Roma.
Al suo posto arriverà nei primi giorni di maggio Gianfranco Minissale (a destra), attuale capo della squadra mobile di Messina, città di cui è originario, che per la prima volta dopo importanti incarichi a Palermo e al commissariato di Corleone, lascerà la Sicilia. La sua carriera fa ben sperare perché è entrato in polizia da agente, poi ha scalato le gerarchie con il lavoro, per i poliziotti una garanzia perchè significa che è consapevole di cosa significhi indossare una divisa in mezzo alla strada.
Interpellato al telefono, il neo dirigente della mobile di Genova, ammette di conoscere poco la sua nuova città, "ci sono stato un paio di volte di passaggio", ma sottolinea di essere "entusiasta" della destinazione, "perchè mi confronterò con ambiente diverso da quelli in cui ho lavorato sino ad oggi visto che è la prima volta che esco dalla Sicilia, e poi Genova è una questura importante e una città bellissima", e proprio perchè non vede l'ora di cominciare Minissale si è già informato su quello che lo aspetta: "So che c'è un grande e problematico centro storico, ma il lavoro non mi spaventa, ripeto arrivo a Genova con grande entusiasmo".
Signoretti, arrivato a Genova dalla questura di Venezia ha alle spalle importanti indagini, su Unabomber, il bombarolo seriale che ha seminato il terrore nel nord est con rudimentali ordigni fra il 1990 e il 2000, e la riapertura del caso Cucchi, merito che gli è stato riconosciuto pubblicamente anche da Ilaria Cucchi, sorella del giovane morto a causa delle botte inferte dai carabinieri.
Arrivato a Genova alla fine del 2019, ha vissuto l'esperienza irreale del covid e del lockdown. Il caso più importante proprio in quei mesi con l'arresto di Giuliana Stanganini, condannata per avere ucciso a Genova il figlio di tre anni e di aver tolto la vita e fatto a pezzi la madre Loredana Stuppazzoni nel 2020 nella loro casa di via Bertuccioni, a Marassi.
Signoretti è anche il dirigente che grazie al lavoro della criminologa Antonella Delfino Pesce ha riaperto il caso di Nada Cella, la segretaria di Chiavari uccisa nel 1996 da un assassino ancora senza nome: dopo tanti anni di silenzio c'è una nuova indagata, Anna Lucia Cecere, che era stata sbrigativamente archiviata dal pm ventisette anni fa e che presto potrebbe essere rinviata a giudizio per il delitto.
Signoretti ha confidato ai colleghi che, anche se era nell'aria, il trasferimento a Roma è stato improvviso, gli è stato riferito mercoledì scorso e il giovedì era gia nella capitale, un punto di arrivo non solo professionale visto che lì vivono i genitori e lì potrà coltivare la sua grande passione oltre la polizia, la Lazio. Genova, che non conosceva, però, ha riferito, ora gli è entrata nel cuore, per il mare e per la città e ha garantito che vi appena possibile vi tornerà.
Nei prossimi giorni di certo Signoretti tornerà per il saluto ufficiale i suoi investigatori e gli addetti ai lavori, come i magistrati della procura con cui ha sempre avuto un intenso e proficuo rapporto, fra le peculiarità più importanti di un buon capo della Mobile.
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