Cronaca

L'ispettore di Autostrade a Primocanale: "Il crollo? Io i controlli sulla mia tratta li facevo andando nei cassoni, a Genova invece i report non erano reali". "L'interpellanza del senatore Rossi prima del crollo? Tocca ai politici rispondere"
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GENOVA -"Le infrastrutture delle autostrade liguri avevano bisogno, parlo di quando ho fatto i mie sopralluoghi, di interventi di ripristino e manutenzione e in alcuni casi addirittura di interventi di mitigazione del rischio che richiedevano un programma anche pluriennali per sistemare le criticità che avevo allora io rilevato e quindi si è dovuto intervenire con interventi di mitigazione del rischio".
 
A parlare è Placido Migliorino ispettore del ministero delle infrastrutture che autostrade ha inviato a Genova dopo la tragedia del Morandi per mettere in sicurezza il nodo trascurato per decenni di Aspi e pure dal competente ispettore del Mit, il collega di Migliorino, finito nella lunga lista degli imputati per non essersi accorto che i report di Aspi erano taroccati. 
 
Migliorino, 63 anni, di Milazzo (Messina), ispettore per Autostrade dal 2009 per il centro e il sud  Italia, è stato inviato come ispettore straordinario in Liguria subito dopo il crollo, dal settembre 2018 e sino all'agosto 2021. Ieri è tornato a Genova come teste dei pm, dell'accusa, e gli avvocati difensori degli  imputati (che nelle intercettazioni lo definivano "il mastino") hanno cercato di screditare in ogni modo, con scarso successo. 
 
Ormai è chiaro, in Liguria Autostrade non ha fatto i lavori che avrebbe dovuto fare?
 
"Io di questo non dico nulla, non voglio anticipare. Le posso dire che la normativa prevede certi standard di sicurezza che vanno verificati seguendo le norme tecniche delle costruzioni del 2018. In alcuni casi facendo queste prove questi standard di sicurezza non venivano rispettati e siamo dovuti intervenire con misure di mitigazione del rischio".
 

È sicuro oggi il nodo autostradale di Genova?

"Io non mi interesso delle autostrade liguri da agosto 2021, è una domanda da porre a chi oggi sta vigilando su queste autostrade"

Quale è stato il punto più critico trovato sul nodo di Genova?

"I punti più critici sono stati alcuni viadotti, ad esempio, avevano gli apparecchi di appoggio, che si erano spostati rispetto alla configurazione iniziale ed avevano raggiunto uno stato di deformabilità tale da poter andare in una zona di rischio, quelli sono stati gli elementi più delicati e di rischio ed è stato necessario intervenire addirittura con l'interdizione al traffico.
Ma i voti dei report di Autostrade per l'Italia dicevano che non erano a rischio?

"I voti...(e qui Migliorino prende fiato come a misurare la risposta) dicevano che quei voti e quelle ispezioni erano stati rivalutati dalla società concessionaria, io naturalmente quanto ho visto le infrastrutture e i voti vecchi che i voti nuovi, evidentemente la società concessionaria aveva riveduto la posizione iniziale andando a rivalutare quelle che obiettivamente erano delle criticità oggettive"

Lei dove era il giorno del crollo del Morandi e cosa ha pensato?

"Quel 14 agosto, io sono siciliano, ero per qualche giorno in Sicilia, quando l'ho saputo ho provato incredulità, perchè le strutture di cemento armato si riteneva che avessero sempre un grado resistenza nascosto che potevano evitare il verificarsi di quelle situazioni, ho provato tanto stupore e ho pensato che qualcosa non aveva funzionato nel corso degli anni e che prima possibile si sarebbe dovuto fare chiarezza sull'accaduto".

Il suo ministero ha fatto tutto il possibile in questi anni?

"Io le parlo di quello che il Ministero ha fatto con me, subito dopo il crollo ha ritenuto di estendere la mia competenza non solo sull'ufficio di cui ero responsabile, che era l'ufficio ispettivo e territoriale di Roma, ma lo ha esteso a tutto il territorio nazionale mandandomi in Sicilia, mandandomi qua a Genova, mandandomi in tutte le regione d'Italia a fare queste ispezioni, se si poteva fare di più? Io sono uno...".


Forse il Ministero poteva di più prima del crollo?

"Prima dipende dal punto di vista da come si affronta il problema, esiste una norma che conferisce alla società concessionaria che deve garantire la sicurezza, esiste anche un obbligo, fra virgolette, di vigilare sull'operato delle società concessionarie, il ministero ha sempre ritenuto di interpretare questo mandato conferendo agli uffici ispettivi la vigilanza".

Prima del crollo del Morandi c'era stata anche un'interpellanza di un senatore, Maurizio Rossi, che è il nostro editore, all'allora ministro Del Rio che poteva esserci questo rischio...

"Su questo e su quelle che potrebbero essere state le valutazioni di tutti i ministri è opportuno che le valutazioni le esprimano loro, ma io posso testimoniare che nella rete di mia competenza, sino al 2018 erano 2000 km gestiti da autostrade centro sud Italia, quindi dell'ufficio ispettivo di Roma, io sempre avuto ampio mandato dal ministero di eseguire le verifiche così come scienza e coscienza voleva, con i criteri interpretabili ed estraibili dal dpcm 46 del 2016 e prima ancora dalla legislazione previgente, per quello che mi riguarda io non ho avuto mai una carta del ministero nel dire non fare questo e fai quest'altro, questa è la legge, questo è il regolamento".

Lei si era mai accorto che Aspi non era così puntuale nelle verifiche e nei monitoraggi?

"Io ho fatto visite anche prima del crollo del Morandi sulla rete di Aspi, naturalmente nella tratta di competenza del mio ufficio ispettivo, verifiche che hanno documentato con verbali che spesso i piani di manutenzione non erano approvati dal mio ufficio perchè non li ritenevo adeguati alle esigenze dell'infrastruttura".

Carenze, insomma, ma non al punto di immaginare un crollo di un viadotto?

"Guardi, un crollo è difficile immaginarlo, un crollo per immaginarlo uno si deve fare tutte le verifiche che il legislatore ha prescritto e se queste verifiche non sono soddisfacenti a quel punto tira fuori un'allerta per quell'infrastruttura, è chiaro che se io faccio una verifica inserendo i dati, ed è questa la criticità principale che io ho rilevato nel corso delle mie ispezioni, utilizzando dei dati che spesso non erano corrispondenti alla reale situazione, e da lì nasceva la contrapposizione fra me e le società concessionarie perchè da un lato c'erano dei report che dicevano una certa cosa e dall'altro lato bisognava fare delle verifiche e a mio avviso dovevano essere gestiti in altro modo, quindi è nata una contrapposizione fra me e le società concessionarie che hanno portato anche, come io ho fatto, alla non approvazione dei piani di manutenzione".

Cosa si sente di dire ai familiari delle vittime: avranno giustizia?

"Il fatto che possano avere giustizia è l'auspicio di tutti, vorrei evitare di dire frasi retoriche, ma certamente chi ha perso un proprio caro in un evento tragico come questo è difficile portargli una parola di conforto se non avere speranza che, come tutti ci auguriamo, che la giustizia faccia il suo corso in modo da sentirsi tranquilli quantomeno da quel punto di vista".

Tutti questi cantieri erano necessari?

"Guardi, io le parlo, rispetto a quanto io ho riscontrato sino all'agosto 2021, quando mi interessavo di questa rete infrastrutturale, erano necessari i cantieri, necessari per prevenire e evitare il rischio di situazioni analoghe a quella che abbiamo vissuto, la prevenzione vuole dire lavori, vuol dire, manutenzione, ovviamente vuole dire anche disagi alla circolazione, ma i disagi devono trovare un giusto compromesso, quindi la mobilità con la sicurezza, come da programma che io ho sempre fatto con società e istituzioni di trovare sempre il giusto compromesso cercando di sacrificare meno possibile la mobilità, ma inevitabilmente se io devo intervenire su strutture per garantire la sicurezza un minimo di disagio abbiamo dovuto crearlo in quell'epoca, adesso, dall'agosto 2021 non mi interesso più di queste situazioni manutentive perchè insomma il ministero ha ritenuto di utilizzarmi...".


Lei avrebbe voluto continuare ad operare su queste tematiche?
 
(quando Migliorino fu allontanato dalla Liguria ci furono molte polemiche e dietrologie, fu detto che era stato osteggiato dai vertici di Aspi e forse pure dal Mit, Ndr)

"Ma da parte mia... nessuno è necessario, nella funzione che si espleta all'interno del Ministero, ogni tre anni, come è giusto che sia a mio avviso, le competenze girano, c'è un criterio di rotazione, e le persone assumono altri incarichi, in questo spirito è stato corretto l'applicazione di questi principi di rotazione e destinarmi ad altro incarico, ciò non ha significato che occasionalmente il ministero quando c'è stata la necessità di avere un parere sui qualcosa di particolare non abbia richiesto un mio intervento, certamente la manutenzione e il monitoraggio non possono finire ad agosto 2021, non so chi li sta portando avanti, ma è ovvio che si deve prevenire, prevenire vuol dire controllare, monitorare, intervenire per tempo e questo si fa solo con un'attenta ispezione sia da parte delle società che gestiscono la rete sia da parte degli organi di controllo che devono controllare le società concessionarie".