Cronaca

Il decreto firmato dal vescovo Marino intende stabilirne con precisione gli orari e le modalità: niente più rintocchi prolungati
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SAVONA - Un vademecum per "non sbagliare" il suono delle campane. Questo il senso del nuovo decreto del vescovo della diocesi di Savona-Noli, Calogero Marino, in cui si legge che i rintocchi sono consentiti solo per indicare le celebrazioni liturgiche e le altre manifestazioni di preghiera e pietà popolare. Il testo specifica che le campane "devono essere il segno che accompagna le celebrazioni in particolari circostanze, scandire i momenti più importanti della vita della comunità cristiana e richiamare al mattino, a mezzogiorno e alla sera il saluto a Maria. Altri utilizzi potranno essere richiesti e consentiti in via eccezionale da parte dell’ordinario del luogo".

Il suono viene quindi regolarizzato su tutto il territorio per evitarne un uso improprio. Questi gli orari indicati: nei giorni feriali dalle 7.30 alle 21 e nei festivi dalle 9 alle 21. Costituiscono eccezione la Veglia di Pasqua e la Notte di Natale. Gli orari devono essere rispettati anche per gli eventuali rintocchi dell’orologio campanario nel caso in cui il suo utilizzo sia di competenza della parrocchia o altro ente ecclesiastico. I rintocchi dovranno essere limitati alle ore o al più alle mezz’ore e non essere ripetuti.

Particolare attenzione anche al rispetto del vicinato. Il decreto spiega infatti che la durata del suono per l’avviso delle celebrazioni non dovrà mai superare 1 minuto e 30 secondi, con eccezione delle solennità, in cui non si dovranno comunque superare i 2 minuti. La durata per altri scopi (Angelus, particolari solennità, festa patronale, morte di un fedele) non dovrà sforare quella tradizionale. L’intensità deve essere se possibile regolata in modo tale che le campane mantengano la funzione di richiamo, ma senza disturbare. Tutte le disposizioni si applicano, per quanto possibile, anche quando il suono è riprodotto mediante strumenti meccanici o elettronici.

"Il significato del suono delle campane è delineato nel n. 1455 del Benedizionale - si legge nel testo del decreto - Risale all’antichità l’uso di ricorrere a segni o suoni particolari per convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, informarlo sugli avvenimenti più importanti della comunità locale, richiamare nel corso della giornata a momenti di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La voce delle campane esprime dunque in un certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, rende grazie o eleva suppliche e riunendosi nello stesso luogo manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore".

"Da tempo immemorabile l’uso delle campane è espressione cultuale della comunità ecclesiale, strumento di richiamo per le celebrazioni liturgiche e altre manifestazioni della pietà popolare, nonché segno che caratterizza momenti significativi della vita della comunità cristiana e di singoli fedeli - scrive il vescovo nel documento - Esso rientra nell’ambito della libertà religiosa, secondo la concezione propria della Chiesa cattolica e gli accordi da essa stipulati con la Repubblica italiana. Come tale, la Chiesa intende tutelarlo e disciplinarlo in modo esclusivo, con attenzione alle odierne condizioni sociali. Anche nella nostra diocesi si rende opportuna una regolamentazione del suono delle campane, che ne salvaguardi le caratteristiche tipicamente religiose nel rispetto delle attuali esigenze della popolazione".