Terzo giorno di deposizioni in tribunale a Genova con i racconti di sopravvissuti e testimoni oculari del crollo del viadotto sul Polcevera che il 14 agosto del 2018 ha causato 43 vittime.
Giuseppe Pulvirenti operatore dell'Amiu racconta quei drammatici momenti: "Ero nel mio ufficio con i colleghi nella palazzina gialla. Ho sentito vibrare la palazzina, pensavo fosse un terremoto, mi giro e vedo una pioggia di detriti. Usciamo dalla palazzina. Sembrava una scena da film dell'orrore, c'era un silenzio agghiacciante, impressionante. Ho iniziato a riprendere con il telefonino. Sulla ferrovia c'era un auto e una mano che si muoveva, c'erano due poliziotti, un medico e un'ambulanza. Mi hanno chiesto se potevo dare una mano. Alla palazzina non c'è stato nessun danno. Il pilastro è venuto giù perpendicolare".
E ancora spiega: "Nessuno di noi è rimasto ferito. Ho avuto problemi di aggressività, ho paura, non riesco a parlarne. Adesso se devo fare una visita vado in paranoia anche se sento sbattere una porta. Ho preso delle gocce per rilassarmi, ancora adesso le prendo. C'erano delle reti sotto il ponte perché venivano giù pezzi di cemento armato, ho visto dei pezzi per terra, non so chi le ha posizionate e non ho mai visto ispettori a controllare. Non sono più quello di prima, sono stato risarcito, mi sono accordato con Autostrade".
IL COMMENTO
Genova e AirBnb, sì alle regole ma il turismo non è un mostro
Piaggio Aero, dietro la cessione nessuna strategia politica e industriale