Cronaca

Alberto Scotto come altre centinaia di genoani costretti a rinunciare a gita e partita perché la società, esaurito il settore ospiti, ha deciso di impedire accesso ai liguri nonostante l'Osservatorio del Viminale non ritenga la gara a rischio
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GENOVA -Una gita per vedere le bellezze di Ferrara e poi godersi la partita del Genoa allo stadio Mazza contro la Spal. Il programma della famiglia genovese Scotto, papà, mamma e tre figli, per la giornata di oggi, primo ottobre, era allettante ma è stato annullato a causa delle disposizioni inusuali della società della Spal.


La società di calcio nonostante la partita - prevista per le ore 14  - non fosse definita a rischio per l'ordine pubblico dal ministero degli Interni ha deciso di limitare la presenza dei genoani al piccolo settore ospiti, circa 1200 spettatori, subito esaurito.
Vietati invece gli altri settori dello stadio a chi è residente nelle quattro province liguri. A essere costretti a rinunciare alla gita, come trapela dalla Digos di Genova che ha ammesso che la partita non era considerata a rischio, sono stati almeno un centinaio di famiglie di genovesi.

"Tutto ciò è inspiegabile e ingiusto" tuona Alberto Scotto, libraio che lavora e abita nel centro storico, che per questo ha scritto una serie di email al sindaco, agli assessori competenti, al prefetto e all'associazione commercianti di Ferrara.

Una lettera articolata che riportiamo per intero:
"Io e mia moglie insieme ai nostri tre figli, volevamo dedicare il fine settimana alla visita della vostra splendida città e nel contempo assistere alla partita del nostro amato Genoa. Non essendo riusciti a comprare i biglietti per il settore ospiti, andato immediatamente esaurito nonostante una gestione della vendita a dir poco confusa e poco professionale, eravamo convinti che, visto la decisione​ dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive di catalogare l'incontro del 1° ottobre a rischio 1 (il più basso), la Spal avrebbe consentito anche ai residenti in Liguria, l'ingresso negli altri settori dello stadio, o almeno in quelli adiacenti il settore ospiti.
Invece, in palese violazione delle leggi dello Stato e indifferente ai diritti dei cittadini, la società spallina ha deciso di proibire la vendita dei biglietti ai residenti nelle province di Genova, La Spezia, Savona e Imperia.
Perché la SPAL abbia rinunciato a un congruo incasso, decidendo deliberatamente,​ ingiustamente e arbitrariamente, di non fare entrare allo stadio come minimo un migliaio di​ genoani, è e rimarrà un mistero.
Non è un mistero invece che tale decisione arrecherà enormi danni economici e d'immagine a Ferrara e a i suoi imprenditori del ramo alberghiero, ai B&B, ai ristoratori, ai commercianti. Non solo, si parla sempre di riportare le famiglie allo stadio e poi, anche nelle situazioni più favorevoli con incontri che non presentano rischi, si fa di tutto per ostacolarle.
Con rammarico guarderemo la partita in tv, e dedicheremo il nostro tempo, a visitare qualche altra splendida città della nostra penisola.
Cordiali saluti, Alberto Scotto".

Il motivo per cui la società della Spal ha rinunciato a qualche centinaio di spettatori in più?
Per chi è addentro nella dinamiche dei tifosi l'unica ipotesi possibile è quella di tentare di limitare il numero di tifosi ospiti che avrebbero potuto in qualche modo bilanciare il peso del supporto dei tifosi di casa. Come a dire: la Spal ha avuto paura di vedere lo stadio invaso dai tifosi rossoblu (come già accaduto in passato, la foto ne è la testimonianza più chiara).
Ma questa, s'intende, è solo un'ipotesi: la risposta sul motivo delle limitazioni ai liguri possono spiegarlo solo i dirigenti della Spal.

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