GENOVA - Era entrata al pronto soccorso dell'ospedale Galliera perchè aveva dei gonfiori alle gambe, apparentemente in buone condizioni generali e lucida, ma dopo otto giorni senza mai poter mai vedere i familiari, è morta nel reparto di malattie infettive. Forse deceduta per infezioni correlate di cui potrebbe essere stata contagiata in ospedale.
Per questo sulla morte di Angela Campus, 86 anni, ex sarta residente in via Fassicomo, a Marassi, dopo l'esposto presentato ai carabinieri dalla figlia della donna, Anna Lisa Casu, il magistrato di turno Giovanni Arena, ha aperto un'indagine ipotizzando il reato di omicidio colposo.
Primo passo dell'inchiesta il sequestro della salma che potrebbe essere sottoposta ad autopsia, come conferma il legale Luca Barontini, avvocato della figlia dell'ottantenne.
La direzione sanitaria dell'ospedale Galliera non rilascia commenti sulla vicenda per rispetto dell'indagine avviata dalla magistratura.
Parla invece Anna Lisa Casu, figlia della deceduta, che attacca l'ospedale: "Mia madre è entrata al pronto soccorso per gonfiori alle gambe, un edema, ma nonostante questo a noi non è stato mai consentito di rivederla e lei, con cui riuscivamo solo a parlare al telefono, è rimasta per quattro giorni su una barella, assurdo".
La figlia assicura, come denunciato ai carabinieri della stazione di Marassi, che la mamma è stata trasferita in un reparto, geriatria, solo dopo la sua minaccia di rivolgersi al 113.
"Ma anche una volta in quel reparto non siamo più riusciti più a rivederla", recrimina addolorata Anna Lisa, che poi ipotizza che la madre nella sua permanenza in ospedale possa essere stata contagiata dal covid, tanto che nella denuncia ha rimarcato che l'avevano sottoposta alle radiografie al torace e a una tac con mezzo di contrasto ai polmoni effettuata il 12 agosto. "La stessa sera, alle 22 - ricorda commossa Anna Lisa - è stato l'ultima volta che l'ho sentita al telefono. Mia mamma si lamentava che aveva mal di pancia e nessuno era andato a farle un clistere. La mattina ho ricevuto una telefonata alle 7.20 dal reparto infettivi per dirmi che era deceduta".
Dall'ospedale, come detto, nessun commento sulle condizioni della donna.
Per quanto riguarda il divieto di visita ai degenti da parte dei familiari, in una nota della direzione sanitaria, si fa notare che "dal 26 luglio, le visite ai degenti sono state sospese".
"L'attuale situazione di diffusione delle positività per COVID-19, sia a carico dei degenti che del personale -si legge nella nota -, rende consigliabile la suddetta interruzione temporanea a titolo di massima tutela e prevenzione generale.
Sono assicurati gli accessi per caregivers per le seguenti situazioni: minori, gravi disabili psichici, fisici o cognitivi non autosufficienti (ai sensi dell’articolo 3 comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), pazienti con gravi difficoltà alla deambulazione e donne in stato di gravidanza.
Potrà essere ammesso a visita e assistenza un parente per gli operati nelle 24 ore successive all'intervento se trattasi di chirurgia maggiore.
Ogni direttore di struttura potrà comunque individuare altre motivate situazioni che amplino le fattispecie richiamate".
Ora si dovrà stabilire se le condizioni dell'ottantenne rientrassero fra i casi in cui si poteva concedere una deroga e permettere ad almeno un familiare di vedere e assistere l'anziana mamma ricoverata.
Genova, donna muore all'improvviso in ospedale: inchiesta per omicidio colposo
Mistero sulla morte di un'ottantenne. La figlia: "Stava bene ma per nove giorni non me l'hanno fatta più vedere"
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