Cronaca

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GENOVA - "Ho guardato dalla porta a vetri e ho visto un telo, sono entrato e ho tirato su il telo e c'era mia madre con la corda al collo".

E' ancora scioccato e non ha ancora realizzato per intero la tragedia che lo ha colpito Andrea Cannella, 31 anni, operaio, il figlio maggiore di Sebastiano, il muratore che ieri sera ha ucciso la moglie Marzia Bettino, la mamma di Andrea.


Il trentenne stamane quando vede il giornalista davanti a casa sua si ferma con l'auto, e quasi chiede di parlare, come a sfogarsi, per smetterla di trattenere dentro il dolore che ha dentro.


Una reazione, quella del figlio dell'assassino e della vittima di questo femminicidio, che sorprende il cronista, ma dopo tragedie così grandi ogni persona reagisce in modo diverso.

Pochi minuti prima il fratello minore di Andrea, Alessandro, alla vista della troupe di Primocanale aveva reagito in modo opposto, interrompendo la diretta per chiedere di non disturbare.

Andrea invece vuole parlare e lo fa accettando di parlare e rispondere al cronista davanti alla telecamera.




Andrea potevi immaginarla una tragedia del genere?

"Sì e no. Mio padre era un periodo che era strano, però non vai ma a pensare una cosa del genere. Si spera sempre che una cosa così non accada. Mio padre è sempre stato un gran lavoratore, non ci ha mai fatto mancare nulla. Non era violento? Magari al di fuori non si vedeva ma in casa ci sono stati diversi litigi e più volte anche con le mani addosso".

In passato aveva picchiato tua mamma?

"È successo, mi ci sono messo di mezzo e finché riusciva a gestirmi mi gestiva, ora che sono più grande magari non ci riusciva più e vai a sapere cosa gli è passato nel cervello..."

Ieri sera cosa è successo?

"Io non c'ero, di pomeriggio ero a lavorare, mi sono attardato un po' poi quando sono tornato a casa ho trovato l'auto della croce, c'era un mio amico e mi ha detto che stavano cercando il numero civico 14, il mio.
Ho subito pensato alla mia ragazza che è incinta, nostro figlio nascerà a gennaio, poi sono entrato e sono andato a vedere chi c'era in casa: la mia ragazza stava bene, mia zia che abita sopra di noi ed è allettata anche. Ho visto che sia la macchina di mio padre che quella di mia madre c'erano. Sono andato a vedere nella depandance, la casetta di legno al fianco delle nostre case, la porta era chiusa. Ho guardato dalla porta a vetri, ho visto un telo, sono entrato e ho tirato su il telo e c'era mia madre con la corda al collo". Andrea racconta questo particolare senza tentennamenti, come in tranche, e prosegue il suo racconto, accettando le altre domande.

E tuo padre dove era?

"Mio padre aveva chiamato raccontando il gesto che aveva fatto, poi è andato giù a piedi lungo una mattonata che arriva a San Quirico. Non ha avuto il coraggio di affrontarci a me e mio fratello, forse meglio così sennò ci finivo anche io a Marassi dove è lui ora".

Come era il rapporto con vostro padre?

"Nell'ultimo periodo brutto, con litigi. Se un padre e una madre litigano dà fastidio. Poi io ho mille lavori, cerco di fare le cose in casa, nel bosco. Ero rimasto da solo e mio padre non faceva più nulla. Mio fratello abita a Mignanego con la ragazza".

Tua mamma voleva separarsi perchè lui era geloso?

"Sì, lui è sempre stato geloso per qualsiasi cosa. Negli ultimi anni le cose si sono un po' aggravate, poi mio padre pensava che mia madre avesse una relazione col vicino. Allora mia madre ha detto basta e che voleva il divorzio. Lui questa cosa non la accettava".

Aveva paura di finire su una strada nonostante la casa l'avesse ristrutturata lui con le sue mani?

"Ci abbiamo messo tutti la mano nella casa. Lui su una strada non poteva finirci perchè aveva un posto a casa da mia nonna. Poi io gli ho sempre detto che se aveva bisogno una mano...".

La morte di tua nonna, mamma di tuo padre, avvenuta il giorno prima può aver influito nella tragedia?

"Mia nonna da anni era allettata con l'Alzheimer, era un periodo che mio padre non si faceva vedere. Ma non è per questo. Secondo me è tutta una questione di gelosia. Mia madre aveva una casa al mare, a Deiva Marina, le piaceva passare del tempo lì. Anche lei lavorava sempre".

C'erano litigi tra di loro?

"E' una vita che litigano con alti e bassi, ma nell'ultimo periodo la situazione è peggiorata. Uno cerca sempre di fare il paciere. Mio padre poi ha un carattere... non andiamo nemmeno d'accordo perchè dopo qualche parole di più poi passavamo alla lite".

Cosa farete ora?

"Io sto cercando di capire come muovermi. Mi trovo in una situazione che non ho mai affrontato. Devo capire tante cose. E ho una zia allettata da accudire, ho tanto da fare".

Di più Andrea non dice e si allontana: al termine di questa intervista quasi non voluta, che lui ha voluto rilasciare, come a precisare chi era il papà, l'uomo violento e geloso che ha ucciso la mamma.

Rimane solo il tempo di un timido ma spontaneo abbraccio fra il cronista e Andrea, che prima di allontanarsi butta lì ancora qualche frase lontano dalle telecamere.

"Tempo fa papà mi aveva minacciato gridando mentre lavoravo nel bosco, io avevo subito acceso la sega elettrica e gli avevo detto di allontanarsi, lui aveva capito e si era calmato, ma i rapporti con nostro padre erano questi, vivevamo nella stessa palazzina ma in case diverse e nell'indifferenza, lui per noi era come se non ci fosse, ma non immaginavamo potesse arrivare a tanto e uccidere la mamma...".

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