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Si chiama Emilio Robotti, guida deleghe “pesanti” come la Mobilità, quella che ai miei tempi si chiamava Traffico
3 minuti e 9 secondi di lettura
di Mario Paternostro

L’assessore che preferisco della nuova giunta comunale di Silvia Salis è un avvocato con un’aria educatamente grintosa che appartiene all’Alleanza Verdi e Sinistra. Si chiama Emilio Robotti, guida deleghe “pesanti” come la Mobilità, quella che ai miei tempi si chiamava Traffico. E mi piace perché dice senza usare strani neologismi alcune cose che per me erano fondamentali nella campagna elettorale. Alcune di queste sono state liquidate allora con qualche rapida ironia, del tipo “ma che cavolo scrive questo qui….” . Che poi magari ci stava anche “belinone”. Per costruire la frase completa: “Ma che cavolo scrive questo belinone”.
E’ quando avevo scritto che l’idea dello Ztl in piazza Fontane Marose mi piaceva. Avrebbe reso la meravigliosa piazza inclinata, circondata di splendidi palazzi, più umana. Nel senso di “più frequentata da donne e uomini che da auto, moto, furgoni, bus”.

I commercianti di via Roma hanno protestato vivacemente. Il vicesindaco di allora Pietro Piciocchi mi aveva cortesemente silurato. Ma le due reazioni non mi avevano scalfito. Perché io ricordavo bene le reazioni dei negozianti di via San Vincenzo quando l’assessore al Traffico della giunta Campart, il democristiano Tullio Mazzolino, tolse le auto dall’ antica strada romana e dalle traverse di via Venti Settembre. Oggi queste sono il Quadrilatero tutto negozi, bar e ristoranti con dehors.
Una rivoluzione. Per fortuna, allora, i politici che governavano fecero quello che avevano progettato. Immagino che cosa accadrebbe oggi se si riportassero le auto nella via più amata dello shopping.
Ma torniamo all’assessore Robotti.

In alcune interviste appena nominato ha ripetuto alcuni concetti: “Dobbiamo smettere di progettare parcheggi in centro e pensare a una città che funzioni meglio per chi ha più bisogno”.
Altro che fare un nuovo autosilos nei piani lasciati vuoti dalla Rinascente!
Sullo skymetro. “Non si può nemmeno mettere a gara, con piloni di cui non si sa dove poggino e una copertura economica che arriva appena a metà tracciato”.
Nuovi parcheggi. “Se voglio incentivare il mezzo pubblico non posso aprire nuovi parcheggi a due passi da via XX Settembre. È una contraddizione evidente”.
L’idea strampalata dei posti Kiss&Buy in piazza Dante.
“Il centro si libera dalle auto potenziando il servizio Amt, non rendendo gratuita la sosta”.

Infine la rete di piste ciclabili. Perfetta quella protetta di corso Italia. Allucinanti quelle che zigzagano dietro i parcheggi di via Ceccardi, per esempio o di corso Galliera lungo il Bisagno.
“Le corsie ciclabili? Oggi sono un patchwork pericoloso. Alcune protette, il resto fatto di segmenti rossi in mezzo al traffico. A Villa Bombrini, con i miei figli, abbiamo rischiato la vita”.
Assessore Robotti, grazie!. Se per caso ci incontreremo in piazza Colombo pedonale (lui ipotizza un progetto graduale) le offrirò molto volentieri un cappuccino, magari in un accogliente dehor dove potremo anche respirare.

Lei ha parlato di una “città a misura di bambini”. Ci aggiunga pure i nonni a pieno sevizio. Ma io mi allargherei e direi senza esitazione, “a misura di abitante”.
E magari potremmo ripescare qualche idea che, alcune decine di anni fa, mi raccontava Renzo Piano, quando aveva proposto a Milano di riempire le vie di alberi. Lo stesso discorso poteva valere anche per Genova e qualche cosa, molto timidamente era stata fatta. Attendo con ansia e curiosità il “bosco marino” della Foce.
In queste asfissianti settimane di calore, tra le decine di opinioni illustri ho ascoltato quella di un architetto, non ricordo chi, che ipotizzava dei “corridoi di verde” che dovrebbero attraversare le città. Dei fiumi di piante che aiutino la città e i suoi abitanti a respirare. Tagliandola, infiltrandosi tra i palazzi.
Grazie assessore e buon lavoro!

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