Lo scritto di italiano all'esame di maturità è quello spartiacque che anno dopo anno in qualche modo racconta un percorso: misura dove siamo e dove stiamo andando, rispetto alla maturità linguistica, allo stile, all'agenda dei temi più interessanti, all'evoluzione stessa della lingua italiana.
E se forse a comandare la magia che la attornia c'è il riconoscerne un passaggio generazionale, il rito della fine di un ciclo, il salto di crescita del ragazzo o della ragazza personale e sociale, rispetto invece alla lingua italiana resta importante per un ottimo motivo: "Spesso è l'ultima volta che si scrive in un certo modo e con una certa proprietà nella propria storia. Poi si va avanti solo a messaggini e mail…". Il commento è del professor Vittorio Coletti, linguista, professore emerito, accademico della Crusca.
Alcune tracce erano rischiose
Non è un caso, allora, se tra le tracce proposte ci fosse anche la "parola dell'anno" di Treccani: quel 'Rispetto' già pregno di declinazioni, la maggior parte però molto scivolose. E non è la sola traccia a tendere questo tranello: "Sono argomenti ottimi ma non tutti ottimi per un tema", commenta ancora il professor Coletti, che proprio sul 'rispetto' spiega come "nonostante le buonissime ragioni per sottoporlo all'attenzione dei giovani, si rischi di svilupparlo con una certa banalità, favorendo un tipo di produzione stereotipata".
L'indignazione come motore del consenso sui social è invece tra le tracce quella meno convenzionale, che "avrebbe stimolato di più la riflessione e anche l'originalità di chi l'avesse scelta. Di per sé l'indignazione può anche servire a orientare preferenze, consumi, atteggiamenti, comprimendo la libertà delle persone", commenta ancora Coletti.
Il sapere generale, prima missione della scuola
A questa prova è riconosciuta un'importanza per la sua funzione di momento di passaggio nella crescita e nella misurazione del valore della persona ma anche, spiega l'accademico della Crusca, una prova del livello di cultura generale raggiunto. E questo obiettivo, quello del sapere generale e di base, dovrebbe costituire la prima missione della scuola. Tornando ai temi, quelli di cronaca più pressanti che nel toto-tracce avevano comandato i titoli dei giornali (la morte di Papa Francesco, il mondo in guerra) sono stati tutti disattesi.
Quel che è mancato a questo tema
Ecco allora quel che è mancato a questa maturità: la storia di oggi, il mondo che siamo abituati a vivere secondo per secondo in versione real time su tutte le piattaforme, passando dai morti lungo la Striscia di Gaza ai bombardamenti in Ucraina, anestetizzati da questo stillicidio informativo senza soluzione di sosta, ma che abbiamo difficoltà a inquadrare in una visione dello sviluppo della politica mondiale. Quello sguardo d'insieme "che spinga a dimostrare allo studente oltre la capacità di scrittura anche la conoscenza di eventi e l'orientamento nel mondo contemporaneo".

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IL COMMENTO
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