
In attesa di analisi più strutturate sul voto del 25 e 26 maggio a Genova che ha visto il trionfo al primo turno della candidata del Centro-sinistra Silvia Salis, alcune considerazioni macroscopiche su alcune principali tendenze:
- la mobilitazione delle “periferie”, l’area progressista si ri-consolida grazie al voto, forse in parte di protesta o anti status quo, tornano a votare un elettorato forse disilluso e distaccato di aree della città con condizioni socio-economiche non eccellenti, la percentuale di votanti lo conferma, in controtendenza rispetto ad altre città italiane e alle ultime regionali;
- i quartieri “in crisi” (per diverse ragioni) ri-mobilitano un elettorato storico (di sinistra) che in precedenti consultazioni si era autoescluso dal voto (o confluito in schede bianche e nulle), al fine di ottenere una svolta e una auspicata nuova fase per Genova;
- si tratta probabilmente un nuovo voto di opinione rinvigorito dal vissuto quotidiano di persone nelle cui zone “nulla è cambiato”, soliti problemi sui rifiuti, sulla qualità urbana, sui servizi e la sanità pubblica, sul degrado e sulle manutenzioni precarie;
- il “rancore” o “voglia di rivincita” delle periferie non disperde il voto e confluisce verso la candidata che, forse, offre più speranze di trasformazione e di innovazione, di una fase politico-amministrativa “diversa”;
- in una possibile fase possibile/potenziale di discontinuità la candidata Salis appariva più fresca, il centrosinistra (e il PD) con una classe politica più rinnovata, anche anagraficamente, rispetto a 10-15 anni fa;
- l’elemento identitario di una città storicamente “rossa” trovava terreno fertile in un baricentro politico della candidata (e delle forze della coalizione) molto orientato a sinistra (e su temi classici quasi sociale, disuguaglianze, diritti);
- il Movimento 5 Stelle nato come forza “anti sistema” regge elettoralmente controvertendo previsioni molto pessimistiche;
- l’area riformista della coalizione non ne esce benissimo con riferimento alla lista Riformiamo Genova, ma esiste e si ripartisce fra questa lista, alcuni candidati PD e alcune personalità della lista Salis (contenitore abbastanza eterogeneo). In quest’area, tendenzialmente, non sembrano aver avuto successo alcune ricollocazioni dal centrodestra verso il centrosinistra, anche se sicuramente non sono mancati voti in transito fra le due aree, anche di opinione, i disillusi e i delusi degli anni del “Buccismo” e del “Totismo”;
- il centrodestra, più esposto da 10 anni di governo comunale e regionale non riesce ad intercettare nuovo elettorato di opinione, consolida quello di appartenenza e radicato in precedenti consultazioni, si tratta di un voto più orientato alla continuità che vede forze politiche e civiche candidare molte persone con importanti ruoli amministrativi negli ultimi 10 anni, fra cui molti assessori comunali uscenti (alcuni dei quali bocciati dalle urne).
- Si apre una nuova fase, ricca di opportunità e ricca di incognite, di scelte, anche non facili, che dovranno essere fatte su opere strategiche (o considerate tali dalle precedenti amministrazioni), totale discontinuità? Realpolitik? Inoltre, quale atteggiamento avrà l’opposizione di centrodestra scottata dalla delusione elettorale? Le questioni importanti e nevralgiche sono tante e non bisognerà aspettare per decidere, ne va del futuro della città.
Francesco Gastaldi, Professore Associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia
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IL COMMENTO
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