Inquietante sentire il frinire dei grilli in pieno autunno, come mi è successo pochi giorni fa scendendo lungo il suggestivo sentiero nel bosco che dalla Madonna della Guardia di Varazze arriva alle prime case dello stesso Comune.
Dapprima credevo di fosse un rumore o un sibilo legato a un ruscello o prodotto da una delle rare abitazioni, poi mi sono avvicinato alla vegetazione da dove proveniva quell'insolito frinire e ho avuto la certezza che si trattava davvero di grilli, quelli che di solito allietano le afose serate d'estate.
Negare l'evidenza per restare immobili
Una mutazione della vita degli animali e dei tempi della natura che dovrebbe indurci a drastici provvedimenti. Eppure fatichiamo a prenderne atto e ci sono ancora negazionisti e pure politici conservatori che confutano lo stravolgimento climatico. Una negazione molto pericolosa visto che stiamo parlando della mutazione all'origine delle alluvioni provocate dallo scontro fra le masse di aria sempre più calda e quell'aria fredda, che prima o poi in autunno arriva, come si avverte in questi giorni.
L'esperto, più caldo equivale a più la pioggia
Proviamo a spiegare meglio riportando le parole riferite un anno fa a Primocanale da un super esperto come Giorgio Roth, preside della Scuola Politecnica di Genova che riunisce Ingegneria e Architettura, e professore ordinario di costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, "con l'aumento della temperatura aumenta la capacità dell'atmosfera di trattenere acqua sotto forma di vapore, per ogni grado in più la capacità di trattenere acqua aumenta del 7%, se poi si ha un abbassamento delle temperature il vapore condensa e va in forma liquida e si trasforma in precipitazioni", che tradotto significa più caldo fa e più vapore immagazzino in atmosfera e più ovviamente ci saranno precipitazioni intense.
L'anidride carbonica e gli altri gas serra
Il tutto è stato provocato dalle attività dell'uomo, come ha spiegato ancora Roth: "Dalla metà del secolo scorso l'uomo ha iniziato a consumare quantità sempre più rilevanti di combustibili di origini fossili utilizzati per produrre energia, per i nostri veicoli, per i nostri trasporti, questo ha prodotto un aumento in atmosfera di anidride carbonica, CO2, che è un gas serra. L'aumento di questi gas implica che la terra riesce ad emettere verso l'atmosfera molto meno calore di quello che entra dalla radiazione solare, questo provoca un aumento della temperatura a lungo termine, gli studi dimostrano che l'aumento dei gas serra in atmosfera e l'aumento della temperatura sono perfettamente correlati".
Chi ha inquinato di più ora deve sacrificarsi di più
"La riduzione dei gas serra è un problema che devono contrastare tutti i Paesi del mondo e a maggior ragione le nazioni dell'Europa e del nord America che hanno iniziato molto prima a emettere anidride carbonica e a produrre energia elettrica.
Che Pianeta che lasceremo ai nostri nipoti?
Ed è questa la transizione energetica che stiamo vivendo nella spinta a usare, ad esempio, veicoli a trazione elettrica e tutto quello che permette ridurre le fonti fossili e dare priorità ad energie pulite come il solare o eolico. Fonti fossili che prima o poi finiranno. L'auto elettrica crea il problema dello smaltimento delle batterie? Ogni tecnologia - ha spiegato ancora Roth - ha pro e contro, ma la nostra priorità oggi è ridurre i gas serra che stanno continuando ad aumentare, mentre noi oggi stiamo facendo poco o niente, perché anche se smettessimo di produrli oggi l'effetto si vedrebbe molto più avanti, infatti non si dice più annullare ma mitigare perché si dà per scontato che l'aumento dei gas serra e dunque delle temperature ci sarà.
Per tutta questa serie di cose il frinire dei grilli udito nel bosco sopra Varazze, ma anche i bagni in mare fuori stagione postati sui social, pensando al Pianeta che stiamo lasciando alle future generazioni, non possono che spaventarci.
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