GENOVA - La foto che trovate nella notizia l’ho scattata in treno, nel tragitto che quasi ogni giorno mi porta al lavoro dalla mia bella Chiavari alla bellissima Genova. Nonostante i miei 30 anni di pendolarismo, cerco sempre un finestrino vista mare. Non mi riesco ad abituare alla bellezza del paesaggio che mi si presenta, ormai riconosco anche dal rumore del treno sulle rotaie dove mi trovo, quale punto della costa sto attraversando, che cosa vedrò dal finestrino quando alzerò gli occhi, magari dal libro che sto leggendo o dal telefonino che sto guardando.
Questa riflessione la faccio dopo le polemiche che sono sorte in seguito alla pubblicazione della classifica del Sole 24 ore che racconta la caduta della Liguria nella qualità della vita.
Il nostro editore Maurizio Rossi ha scritto il suo punto di vista, e anche il presidente della Regione Giovanni Toti ha espresso la sua contrarietà a questi risultati, insieme al sindaco di Genova Genova Marco Bucci, e a quello della Spezia Pierluigi Peracchini (LEGGI QUI).
Io addirittura vivo non nel capoluogo ma nella ancora più vivibile provincia. Dove anche se abiti in periferia il mare lo raggiungi in pochi minuti di motorino, e lo trovi ovunque senza penare per ritagliarti uno spazio sulla spiaggia, anche gratuito. Dove tutto è a misura di persona. E di bambino. Dove anche in inverno puoi permetterti di portare i figli a far merenda sulla spiaggia, anche solo per mezz’ora dopo la scuola e prima dello sport. Dove passeggi sotto i portici del centro storico, che paiono una quinta teatrale. Dove addirittura il Comune (a Chiavari) ha aperto uno spazio gratuito vista mare, sulla spiaggia, a vetrate, dove i ragazzi possono studiare, gli anziani leggere il giornale, chi lo desidera lavorare. Roba da svenire, per un milanese… Io faccio parte di quella schiera di persone che crede che lavorare o studiare in un bell’ambiente giovi anche al risultato finale.
Detto questo, la qualità della vita di provincia la paghi, con il pendolarismo (perché il lavoro spesso lo trovi nel capoluogo e l’Università pure), la paghi nei pochi svaghi tipo teatri e cinema, la paghi con tutti i negozi chiusi in pausa pranzo.
Ma ti ripaga, con la possibilità di girare in bici, a piedi, avendo tutto a portata di mano. Ti ripaga quando, in estate o nei ponti, non devi scappare dal mare e metterti in coda in autostrada sotto il sole per tornare a casa, perché tu a casa ci sei già, ed è bellissima. Quest’estate parlavo con una amica milanese conosciuta alla spiaggia, che si meravigliava del fatto che mio figlio di 12 anni girasse per la città da solo in bici, o a piedi, che andasse al mare senza noi genitori: “A Milano non è possibile” e infatti suo figlio di 16 anni, residente a City life, era terrorizzato all’idea di restare solo.
E poi c’è Genova, sempre più piena di turisti (cioè la conferma che è bellissima non solo per i locali) sempre più evoluta a livello di trasporto pubblico (vedi la gratuità della metropolitana che scatterà a breve o gli abbonamenti regionali gratis per studenti sotto i 19 anni e gli sconti per gli altri). Una città con l’ospedale pediatrico più famoso non solo d’Italia, una regione, la Liguria, con non una, non due, ma tre Fincantieri che danno lavoro a migliaia di persone, c’è il mondo dello shipping alla ricerca costante di figure professionali da formare (ne abbiamo avuto conferma anche al salone Orientamenti). Una regione dove chi ha un buco di appartamento da affittare ai turisti sulla costa dalla Spezia a Ventimiglia, fa soldi a palate. Dove il turismo riesce a dar da mangiare (anche se credo che non ne darà mai quanto l’industria).
Certo gli aerei sono pochi, l’alta velocità non esiste, i cantieri in autostrada sono infiniti. Ma alla fine la qualità della vita credo che sia altissima. Perché sono convinta che non si possa intendere come una pura media di indicatori, ma sia qualcosa di più sfuggente (ai numeri), una percezione di pace e bellezza, che se sai vedere in un tramonto sul mare o in un caffè in passeggiata… ci siamo capiti, noi liguri.
IL COMMENTO
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