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“Non bisogna essere scemi, serve prudenza”. Sono parole del governatore ligure Giovanni Toti. Mi hanno colpito. Soprattutto quella parola, “scemi”. Perché il turpiloquio non gli appartiene. Se ha usato una ‘parolaccia’, è segno che Toti l’ha considerata necessaria, per agire sull’immaginario collettivo.

Faceva riferimento, il presidente di Regione Liguria, alle mareggiate che hanno flagellato il litorale e ai “furbi” che hanno assecondato le loro diverse passioni – dalla mite fotografia al più problematico surf – per cavalcare le onde. Meglio: i cavalloni alti metri. Ha sfidato l’impopolarità, Toti: ma quando ci vuole ci vuole, recita un vecchio adagio.

E in effetti anche di fronte all’immane questione delle piogge battenti e continue, dei venti impetuosi e rafficati, delle mareggiate, del terreno talmente intriso d’acqua da non assorbirne più, la cosiddetta gente non è che abbia sempre avuto dei comportamenti adeguati. Credo di non aver mai lesinato critiche alla politica, però stavolta spezzo una lancia in suo favore.

Da almeno vent’anni, cioè dall’epoca della prima amministrazione regionale di Claudio Burlando (centrosinistra) a quella di oggi guidata da Toti (centrodestra), si sono fatte le cose necessarie. A volte con facilità, a volte con difficoltà, però i ‘tamponi’ sono andati avanti. Certo, siamo passati attraverso alluvioni, vittime e indagini giudiziarie che in qualche circostanza hanno lasciato il segno (vedi il caso dell’ex sindaca Marta Vincenzi a Genova), però complessivamente il sistema ha tenuto. Sempre di più e sempre meglio.

La politica può metterci i denari, le scelte giuste (obbligate, in realtà) e realizzare le opere, tuttavia sono i comportamenti delle persone a fare la reale differenza. Se quando piove a dirotto e magari vai a vedere che cosa succede nello scantinato, hai voglia a compiere certi interventi di prevenzione. Oppure se ti fermi a fotografare una mareggiata, o peggio pensi di approfittare altrimenti del moto ondoso così particolare, non c’è divieto che tenga. 

Guardate che è esattamente come quando si grida alla città sporca e poi scopri che ci sono persone che lasciano dove capita il sacchetto della rumenta, oppure gettano per terra i mozziconi di sigarette, gli scontrini del bar o del supermercato, cartacce varie e bottigliette di ogni foggia e materiale. E’ colpa delle aziende pagate dal Comune che non tengono abbastanza pulito o anche tua che sporchi ad ogni pie’ sospinto e ad ogni ora?

Vale ad ogni latitudine e con il maltempo è la stessa storia. Ovvio, servono una informazione adeguata (certo non si possono muovere appunti a Primocanale, con le sue dirette) e decisioni lungimiranti della politica. Ma poi ognuno di noi, nel proprio piccolo, deve fare il suo. John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Usa, nel suo discorso di insediamento ebbe a dire: “Non chiedete che cosa può fare il vostro Paese per voi, chiedete che cosa potete fare voi per il vostro Paese”. Credo non serva aggiungere altro. Anzi, una cosa sì: bisogna saper fare squadra. Proprio la Regione Liguria ha dimostrato che di fronte a certi eventi o si ha questo atteggiamento non si va da nessuna parte. 

 

Ma il punto resta quello dei comportamenti individuali. Non conosco la storia della parte di Toscana duramente colpita nei giorni scorsi dall’alluvione. Avendo letto le cronache, tuttavia, sono sicuro che almeno qualcuna delle morti poteva essere evitata se ci fosse stata maggiore prudenza. Inoltre, nei momenti di emergenza non servono le polemiche: prima fronteggiamo la situazione, poi vediamo se qualcuno ne ha la colpa e quale possa essere. Avendo sempre cura, tuttavia, di non indulgere nella faziosità.

 

Sempre in Toscana c’è un sindaco, quello di Firenze, Dario Nardella, al quale nessuno può dare del ‘negazionista’ se si parla di cambiamenti climatici. Ma al contrario di tanti ideologi del centrosinistra, votati a una filosofia del puro bla bla, ha fatto le cosiddette vasche di espansione e quant’altro occorrente. Un po’ come gli scolmatori genovesi. Il che dimostra quanto sull’argomento non c’entrino per niente le fazioni politiche, bensì solo il buon senso. La politica deve mettercelo, non c’è dubbio. Ma anche i cittadini. Senza scomodare JFK, basta rifarsi all’appello di Toti: non facciamo gli scemi.