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“Il Secolo XIX”, il più importante quotidiano della Liguria, avrà un nuovo direttore. Anzi. Una direttrice, Stefania Aloia che arriva dalla vicedirezione di “Repubblica”. La prima donna direttore nella storia pluricentenaria del giornale. E’ una svolta molto importante per il quotidiano. Come antica penna del “Decimonono” le do il benvenuto e mi congratulo con lei. Prima direttrice del “Monono”, torinese, esperienze al “Giornale”, caporedattrice centrale a “Repubblica”, quindi in un ruolo-chiave delicatissimo nella fattura di un quotidiano, è la quinta direttrice italiana.

Sono sicuro che la sua visione della nostra città servirà a tutti per capire meglio chi siamo e dove vogliamo andare. Sarà utile a noi giornalisti, ma anche ai politici e agli imprenditori. A chi vive e lavora in questa città. A Luca Ubaldeschi che dopo cinque anni di direzione va  a guidare il gruppo dei giornali del Nord Est auguri di buon lavoro.

Genova è spesso indicata, a mio modo di vedere in maniera un po’ banale e frettolosa, una città chiusa alle novità. Semmai è proprio il contrario, perché da Genova sono partite alcune delle “svolte” più importanti, diventate poi svolte nazionali. Non solo in politica. Molte donne sono state protagoniste di queste svolte, sia ai vertici di aziende strategiche, lo abbiamo visto anche in questi giorni, per esempio nel campo della nautica, come nella politica e nel sociale.

Penso a Bianca Costa, storica famiglia industriale e lei creatrice del Ceis, quell’innovatore centro di accoglienza inventato nel 1973 quando di droga si parlava ancora poco, e ancora meno di terapie, sostegni, reinserimenti. Penso alla prima sindaca di Genova, Marta Vincenzi, alla guida di Palazzo Tursi in un momento di scelte delicatissime, penso a figure di primo piano nel mondo dell’arte come Caterina Marcenaro, prima docente donna nella nostra Università (1945) austera guida delle Belle Arti quando bisognava ricostruire la cultura genovese dopo la guerra, soprannominata “la zarina” per il suo non facile caratterino. Penso a Luisa Massimo che guidò l’oncologia pediatrica del grande Gaslini negli anni ’80 e ’90. Insomma in questa benedetta città che molti per comodità definiscono “ostile” “refrattaria alle novità” accade spesso proprio l’opposto. E proprio alle donne è toccato guidare i cambiamenti.

Quindi mi fa piacere che al vertice del giornale dove sono stato trent’anni con grandi maestri come Tito, Rognoni, Giglio, Sconcerti, Rizzuto e Di Rosa, possa sedersi una direttrice. Ho avuto la fortuna, sia al “Secolo” che a Primocanale, di lavorare con colleghe molto toste. La cronaca che negli anni ’80 e ‘90 ho avuto l’onore di guidare macinava notizie con Chiara Borghese, Anna Pisani, Maria Latella, Daniela Altimani, Nelda Rota e poi l’indimenticabile, Donata Bonometti in ruoli-chiave e la prima tv privata ligure (diretta prima che arrivassi io da una giovanissima giornalista, Ilaria Cavo) lavorando insieme a Elisabetta Biancalani, Tiziana Oberti, Francesca Baraghini, Anna Chieregato, alcuni volti che oggi, con mia grande soddisfazione vedo anche sulle tv nazionali.

Chissà che una donna al vertice del quotidiano di Genova svegli una politica molto sonnolenta, dove in troppi si sono adagiati anche su scelte che, probabilmente, andrebbero contestate e non accettate tout-court.

Questa è una città dove l’animo femminile ha dato risultati straordinari. Penso a Nanda Pivano che ha tradotto per prima i grandi scrittori americani del dopoguerra da Hemingway a Faulkner alla Beat generation (la strada? Quando?) o all’occhio fotografico rivoluzionario di Lisetta Carmi.

Insomma, benvenuta Stefania Aloia in questa città meno strana e rognosa di quanto spesso sia stata raccontata.