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Quello appena festeggiato è stato un Capodanno alcolico con 80 interventi del 118 effettuati per soccorrere giovani in coma etilico, tanto che un medico avvilito si è lasciato sfuggire: "Ormai ai ragazzi sembra impossibile stare insieme e festeggiare senza eccedere". Ottanta dei 130 interventi della centrale operativa dell'ospedale San Martino hanno riguardato persone che avevano ingerito tanto alcol da avere bisogno di essere curati in ospedale. Buona parte giovani, spesso minori reduci da feste in casa e da notti passate a bere passando da un locale all'altro.

La piaga dell'alcol dei giovani è mondiale, e forse in Italia non siamo quelli messi peggio: di recente in Svezia e a Tallin, in Estonia, e anni fa in Polonia, ho visto tristissimi market che vendono solo super alcolici assaliti ogni sera da adulti e sciami di ragazzi. Accadrà anche da noi, dove nella movida le chupiterie con chupiti offerti a un euro sono i locali più frequentati.

La movida del centro storico che tanto divide: da una parte i (tanti) abitanti del centro storico che chiedono più rigore e il diritto di dormire almeno nelle notti dei giorni feriali, dall'altra i - pochi - esercenti che gestiscono spesso locali aperti solo di notte e chiusi di giorno, contribuendo di fatto così alla desertificazione dei vicoli.
Ci vorrebbe una regola semplice per capire chi apre perchè ama il centro storico da chi invece il centro storico lo vuole sfruttare: apri di notte solo se apri anche di giorno. Si vedrebbero meno saracinesche abbassate. E meno commercianti che si ammantano di ruoli sociali solo per il legittimo fine di fare cassa.

In mezzo alla disputa movida galleggiano spesso inconsciamente i ragazzi che vogliono divertirsi senza orari (giustamente) e senza regole, questo assai meno giustamente. Ma a mio avviso (che nel centro storico ci vivo) quando si parla di orari della movida non si può prescindere dalla piaga sociale dell'alcolismo giovanile.

Più le chupiterie e i pub stanno aperti e più i ragazzi bevono, è matematica, elementare Watson. E come dire che l'occasione fa l'uomo ladro. Poi se uno è retto, non sbaglia. Ma perchè consentire ai locali di fare le ore piccole sette giorni su sette? Non possono bastare il venerdì e il sabato sera?

Ma torniamo al Capodanno alcolico: l'avvisaglia c'era stata la sera prima, come accade ormai da sempre nei fine settimana, con giovani in coda nei supermercati con la carta di identità alla mano (ho assistito ai rigidi controlli svolti alla coop di Piccapietra) per acquistare quantità smisurate di alcolici e superalcolici. Finiti i tempi in cui per stare in compagnia bastava una birretta, una gazzosa e una bottiglia di CocaCola

Siamo arrivati a un punto che l'allarme del consumo di alcolici fra i minori non fa più notizia e gli appelli del primario di alcologia del San Martino, l'astemio radicale Gianni Testino, appaiono quasi inutili, anzi, qualcuno lo deride dicendo che i suoi sermoni anti chupiti sono quasi controproducenti, il che sinceramente fa un po' sorridere. Il primario fa bene a mettere sull'attenti sui rischi dell'alcol, poi non obbliga e non può obbligare nessuno a stare alla larga dagli alcolici. Questo lavoro spetta ad altri, famiglie in testa, quando i ragazzi hanno la fortuna di avere genitori attenti.

Gli operatori del 118 rivelano anche che di ragazzi in coma etilico ne vengono soccorsi decine ogni fine settimana nelle vie della movida del centro storico e nelle altre zone frequentate dai giovani che amano carburare le notti eccedendo con alcol e altre sostanze, da corso Italia e alcune piazze di Nervi e sul lungomare di Santa Margherita.
Inutile aggiungere che per ogni ragazzo soccorso in coma etilico ce ne sono tanti che si ubriacano non al punto da perdere i sensi. Ragazzi alticci, "zombie " inzuppati di gin e spritz e per questo aggressivi e irascibili, giovani che innescano risse o diventano facili vittime di ladri e rapinatori, o si mettono alla guida ubriachi. Quanti incidenti gravi e anche mortali sono stati provocati da autisti di auto e di moto ubriachi o sotto l'effetto di stupefacenti.

Il 2022 dunque parte la piaga dell'alcolismo in prima pagina, una piaga vecchia, innegabile e assai complessa e che in modi diversi entra nelle nostre vite, una piaga che nessuno può permettersi di snobbare neppure in epoca di pandemia.