Commenti

3 minuti e 25 secondi di lettura

 

Credibilità. È la parola che una volta per tutte dovrebbe entrare in scena in questa campagna elettorale e che, invece, solo a tratti viene ricordata dalla classe politica. E praticata mai (almeno finora). Un'autorevole conferma è arrivata da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Dice Giorgia, rivolta a tutti e in particolare agli alleati di centrodestra: "Bisogna essere seri, dunque bisogna fare solo le promesse che si possono mantenere".

Siccome non credo al suo fascismo (è nata nel 1977 e questo dato dovrebbe bastare per tutti) sto con Giorgia, anche se molto, moltissimo mi separa da tante sue idee. Non questa, però. Solo che la Meloni, inavvertitamente, ci sta spiegando che i partiti, tutti i partiti, compresi i suoi alleati, formulano anche promesse che sanno di non poter mantenere. Per la serie: intanto facciamo a chi la spara più grossa, poi vediamo.

Credibilità. È qui che entra in scena la parolina magica. È credibile Silvio Berlusconi quando spiega che se si voterà per lui le pensioni come minimo saranno di mille euro al mese? Viene in mente una vecchissima canzone: "Se potessi avere mille lire al mese". All'epoca si gorgheggiava riferendosi alla ormai desueta liretta, oggi si favoleggia parlando di euro. Di grazia: vorrebbe spiegarci Berlusconi dove prenderebbe i denari, tanti denari, necessari a una simile operazione? Naturalmente non ce lo dice, il gran capo di Forza Italia. Forse perché, come avverte la sua alleata Meloni, è una di quelle promesse che si sa di non poter mantenere.

Anche il sereno Enrico Letta non scherza. Rilancia l'ipotesi di consegnare del denaro ai giovani facendoselo dare dalla successione dei più ricchi. Detta così, suona anche bene. E pure i ricchi sarebbero persino d'accordo. Ma c'è un problema: siccome Letta e il suo Pd negli ultimi anni sono stati al governo, perché non l'hanno fatta quella cosa lì? Mario Draghi è stato tassativo: no ad alcuna patrimoniale o anche a qualcosa che gli somigli. E vabbe'. Solo che Letta e il Pd sono stati al governo pure prima di Draghi, con il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte.

Credibilità? Letta stava con Conte, ha detto o Conte o morte (cioè elezioni) quando questi è stato fatto saltare, poi ha spiegato che Draghi era il massimo e con i grillini non c'è più possibilità di alleanza perché hanno fatto cadere il Presidente del Consiglio. Vedremo che cosa accadrà dopo le elezioni se i voti dei Cinque Stelle risultassero determinanti per il centrosinistra (o sinistracentro che dir si voglia)...

Il fatto è che bisogna essere credibili anche quando si parla di sodalizi. La legge elettorale non aiuta se ci si ferma solo al computo numerico: più si è, più facile è vincere. Ma se si scende sul terreno politico la legge elettorale non c'entra proprio niente. Domande oziose: che cosa diavolo avrebbe a che fare il governatore ligure Giovanni Toti con il Pd e dintorni? O lo stesso Pd, che ha votato sempre la fiducia a Draghi, con la sinistra incarnata da Nicola Fratoianni, che la fiducia a Draghi non l'ha mai votata?

Sono solo due esempi e, ovviamente, le domande oziose valgono anche viceversa. C'è sempre un problema di credibilità, come si vede. I Cinque Stelle lo sono di più se tengono duro sulla regola dei due mandati e poi a casa. Sbagliano? Può darsi, ma questo avevano detto e questo è giusto che facciano. Posso non condividere (e comunque quando vedo gente che sta in Parlamento da quattro, cinque, sei legislature vorrei parlarne...), però almeno li riconosco.

Credibilità è, dicevo, la parolina magica. Soprattutto in economia, che certamente si nutre di numeri, ma non dimentica affatto alcuni aspetti psicologici. Che poi, anzi, diventano maledettamente concreti. Io ancora devo vederlo un amministratore d'impresa, grande o piccola non fa differenza, che va avanti come se nulla fosse anche se non fa quello che dice. Mi domando perché per i politici, che sono gli amministratori della cosa pubblica nelle sue diverse declinazioni, il principio non dovrebbe valere. Difatti, ciò che non vale per la politica vale, invece, per i cittadini. Poi è inutile strapparsi i capelli se aumenta l'astensione. Anche se a ben vedere, pure su questo i partiti non è che siano propriamente credibili...