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Il fratello di una delle vittime del crollo duro: "I politici non sono finiti sotto accusa e hanno tutelato i responsabili del crollo"
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Genova -Non è contrario al passaggio del Giro d'Italia sul ponte della Valpolcevera dove ha perso la vita il fratello perchè, dice, "di passerelle ce ne sono già state tante".

Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime di Ponte Morandi, incontrato sulla piazza di Coronata affacciata su ponte San Giorgio, stavolta accusa i politici: "Pensavamo fossero al nostro fianco, in realtà stavano con i nemici, con i responsabili del crollo, la dimostrazione di questo è che la società è riuscita a vendere autostrade allo Stato italiano, significa che avevamo all'interno dello stato e del governo dei nemici che invece di tutelare noi alla fine si sono stati più vicini all'altra parte".

Emmanuel poi ammette che nonostante siano passati quattro anni dalla tragedia la sua vita è ancora bloccata a quel tragico 14 agosto del 2018: "La mia vita è sospesa, quando ricomincerò a volare o a vivere? Spero di riuscire ad andare avanti dopo il processo".

Diaz svela poi che per salire sul ponte San Giorgio ha impiegato tre anni: "E quando ci passo penso sempre a cosa ha provato mio fratello quando si è visto crollare la strada, quanti secondi ha avuto per capire che la sua vita stava finendo in quel momento".

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