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L'Italia non ha provveduto a contenere i valori limite annuali di No2, sistematicamente e continuativamente oltrepassati a partire dal 2010 fino al 2018 incluso, negli agglomerati di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma e nel comune di Genova
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GENOVA-La Corte di Giustizia Ue ha accolto il ricorso della Commissione Ue e ha dichiarato l'inadempimento, l'infrazione, dell'Italia sia per il mancato rispetto, "sistematico e continuativo", del valore limite annuale fissato per il biossido d'azoto in varie zone concernente la qualità dell'aria.

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Non solo per aver superato i limiti prestabiliti ma anche per non aver adottato, a partire dall'11 giugno 2011, misure atte a garantire il rispetto nelle stesse zone dei valori limite di NO2. La Corte ritiene che l'Italia abbia mancato agli obblighi che le incombevano omettendo di provvedere al contenimento dei valori limite annuali di NO2, sistematicamente e continuativamente oltrepassati a partire dal 2010 fino al 2018 incluso, negli agglomerati di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma e nel comune di Genova. Il biossido di azoto è un inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione. In particolare, tra le sorgenti emissive, il traffico veicolare è stato individuato essere quello che contribuisce maggiormente all'aumento dei livelli del gas nell'aria ambiente.

Nonostante negli ultimi dieci anni si sia registrato un netto miglioramento della qualità dell'aria in Europa, compresa l’Italia, nelle ultime valutazioni annuali effettuate dall'Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) è emerso come l'esposizione al particolato fine causi circa 400mila morti premature all’anno nei 41 Paesi europei, di cui circa 50mila solo in Italia, si legge nel Report di Legambiente "Mal'aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities". 

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Nel report, per i rivelamenti di biossido di azoto, Genova rientra tra le città con il peggior risultato e si classifica quattordicesima tra 102 città italiane. La centralina di Corso Europa risulta la seconda peggiore con una media annuale del 2021 di 51μg/m3, mentre il limite sul valore medio annuale è fissato a 40. "Grazie alle informazioni contenute nei bollettini quotidiani, in particolare ad alcuni indicatori di respiro annuale elaborati giorno per giorno durante tutto l’anno, in attesa della validazione ufficiale che richiede più tempo per essere ultimata, è possibile fornire le prime indicazioni sullo stato di qualità dell'aria in Liguria nel 2021, perlomeno per gli inquinanti che vengono determinati con strumentazione automatica (ovvero con l’eccezione dei metalli e degli Ipa che vengono misurati in laboratorio)", scriveva Arpal 3 febbraio 2022. A superare il limite sul valore medio annuale nel 2021 anche i valori misurati nella centralina di via Buozzi. 

Il primo di ottobre infatti, le auto private e i veicoli commerciali con alimentazione diesel N1 e M1 di categoria emissiva inferiore o uguale a Euro 3 e autoveicoli privati e veicoli commerciali con alimentazione benzina N1 e M1 di categoria emissiva inferiore o uguale a Euro 1 non potranno più circolare nel Centro Storico. Le disposizioni potrebbero allargarsi dal primo ottobre 2024 agli autoveicoli privati e veicoli commerciali ad alimentazione diesel N1 e M1 di categoria emissiva inferiore o uguale a Euro 4 e motocicli e ciclomotori di categoria emissiva inferiore o uguale a Euro 1 e ciclomotori e motocicli a motore termico a due tempi di categoria inferiore o uguale a Euro 2, in caso di persistenza del superamento dei limiti di biossido di azoto.

 

 

 

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