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Voce ai cittadini: "Bisognava intervenire prima". "Non è facile da capire cosa c'è dietro"
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GENOVA-Chi bacchetta la politica andando indietro con il pensiero, "si poteva pensarci prima quando è stata invasa la Crimea e nessuno ha fatto niente", ma c'è anche l'insegnante che ammette, "non è facile spiegare ai ragazzi e capire le ragioni di questa guerra".

Quasi tutti i cittadini intercettati nelle vie del centro città paventano che l'attacco di Putin possa sfuggire di mano e provocare una catastrofica terza guerra mondiale. "Sì siamo in ansia".

Genovesi perplessi sulle motivazioni della guerra avviata dalla Russia contro l'Ucraina, ma tutti convinti assertori della necessità di tornare subito alla pace, come la donna seduta con un'amica a prendere un caffè ai tavolini di un bar di galleria Mazzini, nello stesso luogo dove una donna con mascherina ben calata sul viso nonostante la zona bianca nonostante dica poche parole ripete più volte la stessa, la più bella, per troppi anni sottovalutata, dimenticata, quasi emarginata, e come agognata da tutti: "Pace, io voglio la pace, la storia non ci ha insegnato nulla, ma io voglio la pace, solo la pace".

 
Ansia o no, i genovesi e i liguri sono invece fra i cittadini in prima linea per la solidarietà, che stanno facendo di più per i profughi che scappano dall'Ucraina, in fatto di aiuti, ma anche nell'offrire un posto letto o una casa a chi scappa dalle bombe.
 

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