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Ecco come funziona
4 minuti e 41 secondi di lettura
di Au. B.
È un tema di cui si parla da anni ma sempre senza reali sviluppi in Italia. Genova, come Firenze, abbraccia il salario minimo. Sono infatti state approvate, su proposta dell’assessore al Lavoro e Rapporti sindacali Emilio Robotti, le linee d’indirizzo per la tutela della retribuzione minima salariale nei contratti del Comune di Genova.

Ecco come funziona 

Le linee guida approvate dalla giunta Salis prevedono che, in tutti gli affidamenti di appalto o concessioni, di lavori, servizi e forniture (indipendentemente dal valore economico), l’amministrazione comunale osservi particolare attenzione all’applicazione del contratto collettivo nazionale (artt. 11 e 119 codice degli appalti) sulle tutele economiche e normative. Sarà osservata la corretta individuazione del contratto applicabile ai lavoratori del settore dell’appalto, verificando l’equivalenza delle tutele normative ed economiche in caso di utilizzo di diverso contratto di lavoro da parte dell’appaltatore rispetto a quello indicato dalla stazione appaltante. Inoltre, è stabilito che, in caso di procedura di gara con aggiudicazione al miglior rapporto qualità prezzo, sia inserito, tra i criteri di valutazione, l’impegno dell’appaltatore a garantire al proprio personale nell’esecuzione dell’appalto una retribuzione oraria lorda non inferiore a 9 euro lordi.

La sindaca Salis: "Una promessa che avevamo fatto in campagna elettorale, per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici"

"Questa delibera ha per me un valore simbolico fortissimo – ha commentato la sindaca Silvia Salis nel corso del dopo giunta a Palazzo Tursi per l’illustrazione dei principali provvedimenti approvati -. È una promessa che avevamo fatto in campagna elettorale, per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici, e la stiamo mantenendo. Genova deve essere un esempio: il lavoro non è una voce di bilancio da tagliare. È ciò che dà dignità alla nostra città. Oggi cominciamo a dirlo con atti, non parole". La sindaca spiega che "in tutti gli appalti e concessioni del Comune di Genova ci sarà un principio chiaro: il contratto collettivo nazionale applicato dovrà essere quello stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentativi. Inoltre, per la prima volta, in caso di gara con aggiudicazione sulla base della qualità, i partecipanti saranno valutati anche sull’impegno a garantire al proprio personale almeno 9 euro lordi all’ora".

L'assessore Robotti: "Una delle prime grandi città a introdurre questo strumento"

"Siamo una delle prime grandi città italiane a introdurre uno strumento che metta paletti precisi sulla dignità del lavoro e sui diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori ad avere una retribuzione minima dignitosa, che richiami quell’art.36 della nostra Costituzione per cui ogni lavoratore ha diritto a una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa - ha dichiarato l’assessore Robotti –le linee di indirizzo approvate serviranno anche come strumento per innescare comportamenti virtuosi nelle imprese private: la lotta al lavoro povero passerà anche attraverso tavoli tematici e protocolli condivisi con parti datoriali e sindacali nei diversi settori economici, in particolare quelli più esposti al ribasso del costo del lavoro in alcuni comparti dei servizi e dell’edilizia, ad esempio".
 
È prevista anche l’organizzazione di tavoli tematici e incontri periodici con le organizzazioni sindacali e datoriali per: verificare il rispetto negli appalti comunali del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicabile e delle condizioni contrattuali previste; favorire l’interazione e la collaborazione in caso di cambio appalto negli affidamenti con alta densità di manodopera ai fini di garantire l’occupazione. È prevista anche la stipula di eventuali protocolli di intesa per realizzare condizioni di miglior favore nei settori più soggetti a lavoro povero, verifica di equivalenza, non ribassabilità del costo del lavoro, trattamento economico e contrattazione, tutela occupazionale, tutela della sicurezza sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
 
“È positivo il commento della Camera del lavoro di Genova sul salario minimo annunciato dalla Giunta, bene l'apertura al salario minimo negli appalti del Comune: ora serve avviare il confronto sulle modalità attuative e operative con le categorie coinvolte e un monitoraggio costante che possa anche prevedere degli adeguamenti rispetto alla soglia economica individuata, il tutto in attesa anche di una misura di legge nazionale in questo senso" commentano dal sindacato in attesa dell'apertura dei tavoli già aperti con il sindacato e la precedente amministrazione”. Così la Cgil in una nota stampa.

Scoppia la polemica, la Cisl: "Mancato in confronto"

“In relazione alla delibera d’indirizzo sul salario minimo negli appalti del Comune di Genova come CISL riteniamo ingiustificabile che venga emanato un provvedimento che riguarda i lavoratori che operano per il Comune senza nessun confronto con le organizzazioni sindacali che quei lavoratori rappresentano. Ricordiamo che da tempo è già stato sottoscritto un protocollo, fra amministrazione e sindacati, che tutela e salvaguarda quegli stessi lavoratori vincolando sia Comune che Città metropolitana a bandire gare d’appalto solamente con il vincolo dell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative in ogni settore. I CCNL garantiscono la retribuzione dei lavoratori, la loro sicurezza, i loro diritti. Riteniamo che per ragioni ideologiche e di propaganda si rischi un pericoloso arretramento e che oltre a non migliorare le condizioni dei lavoratori impiegati negli appalti si possano aprire scenari molto pericolosi mettendo in discussione garanzie sacrosante già oggi assicurate dalla contrattazione. Attendiamo al più presto un confronto vero e di merito su un tema di grande delicatezza, certamente per il futuro sarà necessaria maggiore attenzione e modalità adeguate all’importanza dei problemi che coinvolgono il lavoro”, spiega Marco Granara, responsabile Cisl Genova.
 
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