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di Matteo Angeli

Quello che sta accadendo intorno alle acciaierie di Cornigliano merita la massima attenzione, non solo da parte degli esperti, ma anche di tutta la cittadinanza e, soprattutto, di chi come noi, ha il prezioso compito di fare opinione e raccontare i fatti.

Diciamo la verità, per anni abbiamo immaginato un futuro diverso. Un futuro in cui le aree industriali in via di dismissione venissero restituite alla città e magari trasformate in spazi verdi, in luoghi per la cultura, per il lavoro di nuova generazione, per il respiro di una Cornigliano che ha pagato troppo, per troppo tempo. Un sogno che sembrava iniziare a prendere forma, tra promesse di decarbonizzazione e transizione ecologica.

Ma oggi, con la decisione del Governo di installare un forno elettrico da milioni di tonnellate in grado di rilanciare la produzione di acciaio fino a 8 milioni di tonnellate l’anno, l’incubo ritorna. Con un volto nuovo, ma con lo stesso peso sul territorio, sull’ambiente e non lo sappiamo ancora con precisione magari anche sulla salute dei cittadini.

E in cambio cosa verrà dato a Genova? È possibile che parte delle aree inutilizzate possano essere liberate per verde, parchi, e magari per spazi dove inserire aziende hi-tech?

Sì, è giusto parlare di decarbonizzazione. È doveroso tutelare i posti di lavoro. Ma non possiamo permettere che tutto venga fatto in modo opaco, senza un confronto vero con la città, senza una visione condivisa. Non ci basta una retorica del progresso fatta di numeri e tabelle tecniche. Vogliamo chiarezza. Vogliamo capire cosa accadrà davvero in termini di impatto ambientale, di accesso alle aree, di ricadute per il quartiere. Vogliamo sapere se davvero quel forno sarà “verde”, o se sarà solo un’altra promessa calata dall’alto, a beneficio di pochi e a costo della salute di molti.

Perché Cornigliano non può più essere sacrificata in nome di un modello industriale che il mondo sta abbandonando. Non vogliamo essere il retrobottega sporco di una modernità che si predica solo nelle conferenze stampa.

Questo non è solo un tema industriale. È un tema di città. Genova ha già dato. Ora è il momento che qualcuno spieghi ai cittadini di Cornigliano e non solo cosa realmente accadrà. Perché anche la conversione da ciclo integrale a forno elettrico
non è una scelta esente da problematiche tecniche, ambientali, economiche e sociali.

La conversione a forno elettrico può essere un passo verso un’acciaieria più moderna e sostenibile solo se inserita in una strategia coerente, supportata da investimenti pubblici e privati seri, una visione urbanistica compatibile, una vera transizione giusta per i lavoratori e trasparenza verso i cittadini. Altrimenti, si rischia di passare dalla crisi ambientale del ciclo integrale a una crisi sociale e urbana del nuovo ciclo elettrico.

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