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di a.p.

Riunione a oltranza a Roma per decidere il futuro dell'ex Ilva. Da una parte il ministro del Made in Italy Adolfo Urso dall'altra le istituzioni locali. Sul tavolo c'è l’accordo di programma per la nuova autorizzazione ambientale e sanitaria Aia, necessaria per proseguire nel percorso di conversione ambientale e garantire la produttività. Al momento a disposizione 200 milioni di euro che però non sono ritenuti sufficienti. Da quanto verrà deciso per Taranto dipende il futuro dello stabilimento di Genova Cornigliano che vede impiegati oltre 800 lavoratori. Tempi stretti per prendere una scelta visto giovedì è prevista la Conferenza dei Servizi che potrebbe però anche essere rinviata, spiegano fonti interne alla riunione, qualora si giungesse a un impegno congiunto a sottoscrivere, entro la prossima settimana, un accordo tra le parti riunite al tavolo sull'ex Ilva.

Obiettivo decarbonizzazione

Al centro il percorso di decarbonizzazione dell'impianto di Taranto da dove partono gran parte dei lavorati che poi arrivano a Genova. La riunione sarà l'occasione per analizzare il rilancio della siderurgia in chiave sostenibile attraverso l’adozione di forni elettrici con Genova che potrebbe essere centrale nella partita. Tra i temi di discussione ci sarà l'esame formale della richiesta di cassa integrazione straordinaria che riguarda 4.050 dipendenti, di cui 3.500 nel solo stabilimento di Taranto. A Genova sono 800 i lavoratori che aspettano risposte.

Il governatore della Puglia Michele Emiliano sulla questione è netto: "Escludo categoricamente" si possa arrivare "oggi a un'intesa sull'accordo di programma sull'ex Ilva per la nuova autorizzazione ambientale e sanitaria Aia. Oggi comincia una trattativa sostanzialmente da zero - sottolinea Emiliano. Non c'è nessuna intesa specifica su nulla, anche se ci siamo scambiati tutte le informazioni per cominciare una trattativa". 

Ministro Urso esclude ipotesi nazionalizzazione

"Quando si parla di nazionalizzazione, quindi di esproprio di un'attività produttiva, io vorrei riportare l'attenzione sulla nostra Costituzione: è su quella che ho giurato - spiega Urso -. Lo Stato può intervenire, sì, ma solo nei limiti previsti dalla nostra Carta. A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali, o a fonti di energia, o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale'. L'Ilva, non rientra tra le categorie previste: non è un servizio pubblico essenziale, non riguarda le fonti di energia né configura una situazione di monopolio", ha spiegato Urso.   

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