
Settimana cruciale per il futuro dell'ex Ilva alle prese con le scelte da fare per dare un futuro alla siderurgia. In questo lunedì il ministro del Made in Italy Adolfo Urso incontra i rappresentanti sindacali. Qui insieme alla ministra del Lavoro Calderone farà il punto sulla crisi.
Martedì 8 luglio il Governo ha convocata una riunione con i rappresentanti di tutte le amministrazioni. Al centro il percorso di decarbonizzazione dell'impianto di Taranto da dove partono gran parte dei lavorati che poi arrivano a Genova. La riunione sarà l'occasione per analizzare il rilancio della siderurgia in chiave sostenibile attraverso l’adozione di forni elettrici con Genova che potrebbe essere centrale nella partita. Tra i temi di discussione ci sarà l'esame formale della richiesta di cassa integrazione straordinaria che riguarda 4.050 dipendenti, di cui 3.500 nel solo stabilimento di Taranto. A Genova sono 800 i lavoratori che aspettano risposte.
Nello stabilimento di Cornigliano sono circa 800 i lavoratori impegnati. Nelle scorse ore il ministro Urso ha chiamato prima il presidente di Regione Liguria Marco Bucci e il sindaco di Genova Silvia Salis e poi anche l'arcivescovo di Genova Marco Tasca. La riunione sull'ex Ilva sarà "decisiva, è inevitabile - afferma il ministro Urso -. Abbiamo convocato una riunione non stop. Inizia alle 9,30 e potrebbe finire in serata, potrebbe proseguire in nottata. Ci siamo attrezzati al ministero per essere aperti anche tutta la notte per giungere a una sintesi, comunque io chiuderò la riunione solo quando ci sarà una decisione comune, che può essere positiva o negativa" dice Urso.
E in questo momento di incertezza interviene anche l'arcidiocesi genovese insieme a quella di Tortona: "Pensiamo inoltre che per sbloccare la situazione sia necessario un intervento risoluto dello Stato, affinché si possano garantire un piano industriale e un programma di riqualificazione energetica credibili e concreti - spiega in una nota congiunta -. La questione delle Acciaierie d’Italia dovrebbe essere riconosciuta come 'nazionale'. L'acciaio, infatti, è un settore strategico per lo sviluppo economico del nostro Paese e, in quanto tale, merita la massima attenzione a livello istituzionale. La Chiesa di Genova e quella di Tortona uniscono le loro voci, auspicando che vengano prese decisioni rapide e atte a dare serenità ai lavoratori e alle loro famiglie, garantendo così anche il futuro delle comunità coinvolte.
Arcidiocesi spiega come gli impianti "rimangono concorrenziali e le produzioni, anche per la loro indiscussa qualità, hanno mercato. Il dialogo con le nostre realtà lavorative ci porta a ritenere che il ridimensionamento o la divisione dei due stabilimenti comporterebbe un impoverimento incalcolabile, non solo in termini economici e di posti di lavoro, ma anche a livello sociale. La perdita di professionalità e di capacità produttiva, cresciuta in decenni di attività, minaccerebbe una vera e propria cultura del lavoro che ha prodotto risultati sociali significativi".
La diocesi di Genova e Tortona sottolineano come fin qui i lavoratori abbiano mantenuto un "atteggiamento di grande responsabilità e correttezza è stato dimostrato finora dai lavoratori nella gestione di questa crisi. Tuttavia, se la situazione dovesse aggravarsi o peggio precipitare, le tensioni sociali non potrebbero che acuirsi".
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
L’alleanza non basta, serve il candidato giusto come Salis
Viva l’assessore Robotti che riparla di isole pedonali e alberi