
Da una parte i lavoratori metalmeccanici, dall'altra gli autonomi. Una doppia manifestazione ha interessato Genova. Sciopero di otto ore e corteo da Cornigliano fino a via Milano per circa un migliaio di lavoratori metalmeccanici arrivati da ogni parte della Liguria per protestare contro il blocco della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale da parte di Federmeccanica-Assistal con le due parti che non trovano punti in comune. A Genova sono circa 25 mila i lavoratori del comparto mentre in tutta la Liguria la situazione riguarda 40 mila persone.
Dall'altra gli autonomi Usb e Cobas che già dalle prime ore della mattina, con una cinquantina di persone, hanno avviato un presidio all'altezza di via Albertazzi nella zona di accesso al varco portuale. Una manifestazione per protestare contro le politiche di riarmo che sta portando avanti l'Italia.
La doppia manifestazione ha avuto ripercussioni sul traffico cittadino del ponente che si è trovato paralizzato in direzione centro. I manifestanti del porto si sono spostati verso la sede della compagnia israeliana Zim accusata dagli stessi di alimentare il traffico di armi. In contemporanea i lavoratori metalmeccanici hanno raggiunto e occupato la Sopraelevata in direzione levante all'altezza del Terminal Traghetti. Un blocco durato circa mezz'ora.
Nello stesso momento è stato fatto calare un grosso striscione dal Matitone con scritto "contratto subito". Al termine della protesta il rientro verso Cornigliano. Si tratta della quinta manifestazione a Genova. L'ultima risale al 23 aprile quando vennero occupate le principali fabbriche del comparto, l'ultimo corteo invece è stato fatto un mese prima, il 23 marzo, con i lavoratori che in quell'occasione sono arrivati sotto la prefettura.
Gli aggiornamenti del traffico
12 - Traffico intenso ma in fase di miglioramento nel ponente cittadino.
11,30 - riaperta la Sopraelevata dopo la chiusura verso levante per il passaggio dei manifestanti
11 - I manifestanti occupano la Sopraelevata verso levante salendo dall'ingresso della rotatoria di via Milano.
10,20 - Chiusa al traffico via Cantore.
9,40 - in via Albertazzi prosegue il presidio dei lavoratori Usb davanti all'ingresso portuale. Mentre è partito da Cornigliano in direzione centro il corteo dei lavoratori metalmecanici.
9,20 - Chiusa al traffico via Cornigliano per la manifestazione dei metalmeccanici.
8,35 - A causa della manifestazione di Usb, Cub e Cobas segnalati rallentamenti al traffico nella zona di via Albertazzi; via Milano; via Ballaydier; Rampa elicoidale in direzione degli ingressi portuali e Lungomare Canepa in direzione levante.
7 - Presidio di Usb, Cub e Cobas all'altezza del varco portuale di Albertazzi con prime ripercussioni alla viabilità.
I sindacati: "Serve un tavolo di trattativa"
Alla manifestazione di Genova ha preso parte il segretario della Fim nazionale Massimiliano Nobis che attacca Federmeccanica-Assistal accusati di "un atteggiamento irresponsabile. In questo modo si tengono in ostaggio un milione e mezzo di metalmeccanici in tutta Italia, ferma la ripresa produttiva. E’ passato un anno dalla scadenza del contratto ma dimostrano con rifiuti incomprensibili di non voler riaprire la trattativa per rinnovare il contratto collettivo nazionale di lavoro: non lo accettiamo. Consideriamo assurda poi la pregiudiziale dalla controparte imprenditoriale di non quantificare gli aumenti salariali nel prossimo contratto, è un chiaro atteggiamento di chi non ha rispetto verso le lavoratrici e i lavoratori. Il CCNL nazionale delle cooperative industria siglato la notte scorsa conferma l'impianto del recupero dell' inflazione del 2021. Federmeccanica con questa posizione colpisce il sistemacontrattuale italiano, a danno delle piccole e medie imprese", spiega Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl presente a Genova durante il corteo: “Oggi i metalmeccanici sono scesi in piazza con 8 ore di sciopero in tutt’Italia, Federmeccanica si assuma finalmente le proprie responsabilità e riapra il negoziato”, continua Nobis.
“Siamo in una regione con un valore aggiunto straordinario nel comparto della metalmeccanica con diverse realtà di prestigio ed eccellenza come Fincantieri, Leonardo, Ex Ilva, Ansaldo, Hitachi, MBDA, Alstom, Arinox, HI-LEX ed Piaggio Aerospace: ci sono 40mila metalmeccanici in Liguria, anche oggi c’è stato un’adesione molto alta allo sciopero dando una risposta chiara”, conclude Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.
"La nostra richiesta è semplice - spiega Stefano Bonazzi, segretario Generale Fiom Genova -, vogliamo un rinnovo di contratto che tuteli i diritti dei metalmeccanici. Chi vive del proprio lavoro lo deve poter fare in modo dignitoso e in sicurezza. I metalmeccanici sono alla 40esima ora di sciopero e non si fermeranno sinchè Federmeccanica-Assistal non riaprirà la trattativa. Oggi scioperiamo per il salario, per l’orario, contro la precarietà e per la sicurezza, per un’industria metalmeccanica che continui ad essere il cuore della produzione di questo Paese. I metalmeccanici genovesi hanno spesso dimostrato la loro forza e anche in questa battaglia stanno dimostrando la loro determinazione" conclude Bonazzi. La manifestazione regionale per lo sciopero dei metalmeccanici ha visto la partecipazione di delegazioni anche da Savona e La Spezia.
"Oggi è stata una giornata importante, non contro qualcuno ma per convincere Federmeccanica che le difficoltà si superano insieme con i lavoratori e il sindacato - spiega Antonio Apa, coordinatore regionale della Uilm -. La mobilitazione odierna Fim Fiom Uilm ha coinvolto oltre 2500 lavoratori e ha mandato un preciso segnale a Federmeccanica, in quanto se loro pensano di farci stancare, si sbagliano di grosso. Speriamo di chiudere la fase del conflitto anche con 40 ore di sciopero, che ha portato una perdita produttiva sia alle imprese che ai lavoratori, che hanno perso circa 700,00. L’auspicio è che la nuova presidenza dia una svolta alla trattiva inchiodata da un anno, anche se noi dalla piazza non ci siamo mai allontanati. Il nostro obiettivo è rinnovare il contratto soprattutto su due punti essenziali, orario di lavoro e salario. Sul salario tutti affermano che l’inflazione è bassa, la Banca d’Italia sostiene che i salari dei lavoratori sono fermi al 2000 e che quindi è necessario aumentare il battente salariale, stranamente tutti ce lo spiegano però non fanno passi in avanti in questa direzione, anzi ci dicono che non daranno risorse in più rispetto all’inflazione. Noi non accetteremo mai una posizione di questa natura, devono sapere che dare soldi ai lavoratori significa incrementare i consumi e quindi comprare le merci che producono le imprese. Rifletta attentamente il gruppo dirigente di Federmeccanica, il contratto è un diritto universale e per questo va reso esigibile. Continueremo la lotta, qualora non si verificasse l’inversione di tendenza sulla ripresa del negoziato".
I punti di disaccordo
Il contratto di lavoro è scaduto a giugno dello scorso anno. Ma le trattative sono completamente ferme. La piattaforma di Federmeccanica si basa su circa 15 punti che risultano essere molto distanti dalle richieste dei lavoratori: si parla di aspetti legati al welfare, alla sicurezza sul lavoro, alle misure di salvaguardia, alle ditte di appalto e benefit flessibili. I sindacati chiedono come base un aumento di almeno 240 euro per far fronte al caro vita di questi anni legato all'inflazione. In media un operaio metalmeccanico di quinto livello in Italia guadagna 1800 euro, si parla di un quasi un 30% in meno rispetto alla media europea.
Il rinnovo del contratto nazionale "è la risposta fondamentale per contrastare la crisi, dare stabilità e rilanciare il sistema industriale del Paese. - sottolineano - Rinnovare i contratti serve ad aumentare i salari, contrastare la precarietà, estendere i diritti e rafforzare la sicurezza sul lavoro, evitando le morti e garantendo così un lavoro sicuro e i diritti in tutto il sistema degli appalti. Le metalmeccaniche e i metalmeccanici, uniti per riconquistare il tavolo di trattativa, non si fermeranno finché non sarà riaperto il negoziato e raggiunto un accordo". Oltre a Genova si sono svolte manifestazioni anche a Udine, Trento, Bergamo, Aosta, Torino, Firenze, Ancona, Perugia, Lanciano, Roma, Bari, Potenza, Vibo Valentia, Palermo e Cagliari.
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