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Un oro, un argento e un bronzo. Francesco, affetto dalla nascita da diplegia spastica, ha spiegato a Primocanale, durante la puntata della trasmissione Tiziana&Cirone confrontarsi per capire, come è iniziata la sua "storia d'amore" con il nuoto
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GENOVA-Quella di Francesco Bocciaro è la storia di un nuotatore genovese che ha fatto sognare tutta Italia ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 portandosi a casa la medaglia d'oro nei 200 metri stile libero.

Un oro, un argento e un bronzo. Francesco, affetto dalla nascita da diplegia spastica, ha spiegato a Primocanale, durante la puntata della trasmissione Tiziana&Cirone confrontarsi per capire, come è iniziata la sua "storia d'amore" con il nuoto: "La mia storia è quella di un ragazzo sotto certi aspetti sfortunato, per la mia disabilità, ma anche molto fortunato, perchè ho sempre avuto una famiglia forte e determinata che mi ha sostenuto. Fin da quando aveva 3 anni i miei genitori mi prendevano e mi buttavano in acqua: per me è stato fondamentale, è iniziato come il consiglio della fisioterapista della Asl, come riabilitazione, ma poco per volta mi sono scoperto competitivo, mi piaceva l'ambiente acquatico, mi sentivo libero senza finalmente carrozzina o protesi."

"Il messaggio che mi sento di dare è quello di far fare sport a tutti i bambini, nonostante questa idea che in molti hanno, non bisogna tenere i ragazzi disabili sotto una teca di vetro. Tutti possono fare sport ed è fondamentale: sia per le disabilità fisica che mentale. Le soddisfazioni sono tante: ogni medaglia mi ricorda la sensazione del dolore ma anche la grandissima gioia che è venuta dopo."

"Sono migliorato molto, ho superato le aspettative dei medici e sono cresciuto, tutto questo grazie allo sport e al nuoto. Oggi si parla molto di inclusione e accessibilità e chiaramente la nostra società non lo è ancora al 100%, ma vedo che ogni giorno si fa un passo avanti. Per esempio, io ho il doppio tesseramenti, sia da Nuotatori Genovesi che fiamme gialle, ebbene da quest'anno, anche i giocatori paralimpici potranno entrare nei corpi militari. È una svolta, gli atleti paralimpici potranno vivere del loro sport."

 

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