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Katia Aere e Mirko Testa hanno conquistato la vittoria durante la tappa del campionato italiano di Genova: Puntano le Paralimpiadi di Parigi, da loro parte un messaggio di speranza e stimolo per tutti coloro che affrontano situazioni di difficoltà
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GENOVA - "Lo sport mi ha ridato la vita. Permette di abbattere le barriera di qualunque tipo. Ai giovani dico di credere sempre nelle proprie potenzialità e vivere la vita sempre al meglio, giorno dopo giorno". Katia Aere ha 52 anni e arriva da Spilimbergo, in Friuli. È stata una delle grandi protagoniste della domenica di handbike che ha visto gli specialisti sfidarsi lungo il tracciato realizzato in corso Italia.

Nel 2003 una malattia autoimmune improvvisa la obbliga a prolungate cure. Tra le terapie consigliate c’è anche l’idrokinesi, che data la sua fobia per l’acqua inizialmente rifiuta. Nel tempo tutto cambia e il nuoto diventa agonistico. Inizia a partecipare alle competizioni conquistando record e vincendo 28 titoli italiani in vasca.

Poi dal 2018 grazie ad Alex Zanardi si avvicina al paraciclismo e in breve tempo diventa una campionessa. Ha esordito in Nazionale nel 2021. In quello stesso anno partecipa alle Paralimpiadi di Tokyo nell'handbike femminile (categoria H5) conquistando il bronzo paralimpico. Il suo è un messaggio rivolto a tutti i ragazzi, sia normodotati che disabili. Lo sport simbolo di rinascita e occasione per acquistare fiducia in se stessi.

Anche Mirko Testa, 27 anni bergamasco, è stato uno dei grandi protagonisti del tracciato di 4km che sviluppato tra Boccadasse e corso Italia. Ex atleta di motocross, dopo un incidente durante una gara è diventato paraplegico. Ma non ha perso tempo, la passione per lo sport era troppo forte e si è rimesso subito in gioco con l'handbike. In breve tempo è diventato campione del mondo della specialità nella categoria H3. "Questo è stato un inizio anno difficile con dei piccoli problemi di salute, questo è stato un primo test, la strada è quella giusta. Il grande obiettivo sono le Paralimpiadi di Parigi".

Anche lui dopo l'incidente ha trovato nello sport paralimpico un'occasione per rimettersi in gioco: "Ho avuto la fortuna che ho incontrato la mia squadra mentre ero in ospedale e mi hanno avvicinato all'handbike quando ero ancora ricoverato dopo il grave incidente. Spero che tutti i giovani che hanno avuto un incidente possano avere questa opportunità, perché comunque è un modo per rimettersi in gioco, ripartire e trovare tante soddisfazioni. Lo sport è vita".

Lo sport paralimpico sta facendo passi in avanti anche da un punto di vista mediatico. Le Paralimpiadi di Parigi si avvicinano, altra occasione per veicolare il messaggio. "Secondo me stiamo andando dalla parte giusta anche con l'Uci (Unione ciclistica internazionale ndr) che affianca i normodotati a noi paralimpici, è giusto così perché anche noi facciamo la stessa fatica. Ancora non siamo riconosciuti come professionisti, questo è un piccolo passo da fare per livellare le cose" l'auspicio finale di Testa.