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C'è l'impegno del Comune a valutare con un progetto sostenibile il recupero del ponte di Sant'Agata. Si tratta del ponte medioevale che da dietro alla stazione di Genova Brignole collegava un tempo l'area dell'attuale quartiere di San Fruttuoso
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GENOVA - C'è l'impegno del Comune a valutare con un progetto sostenibile il recupero del ponte di Sant'Agata. Si tratta del ponte medioevale che da dietro alla stazione di Genova Brignole collegava un tempo l'area dell'attuale quartiere di San Fruttuoso. Il ponte oggi è diroccato e inutilizzabile. La parte centrale del ponte è infatti crollata a seguito dell'alluvione del 7 ottobre del 1970. Il torrente Bisagno in piena trascinò via la parte centrale. Originariamente il ponte arrivava fino all'attuale via Giacometti. 

In consiglio comunale a Tursi è passata una mozione presentata dal consigliere dei rossoverdi Filippo Bruzzone per la creazione di un passaggio ciclopedonale nei pressi di Castelfidardo. Tra gli emendamenti aggiunti c'è anche quello presentato dal consigliere Vincenzo Falcone di Fratelli d'Italia. Nell'atto, che ha trovato l'approvazione della giunta e che impegna il Comune stesso a trovare possibili soluzioni per creare un passaggio dedicato ai pedoni e alle bici, c'è anche quello che prevede la possibilità di studiare un progetto sostenibile per il recupero del ponte di Sant'Agata

Come riporta l'Università di Genova l’antico ponte di Sant'Agata fu costruito agli inizi del VII secolo (Leggi qui). Il percorso che attraversava il ponte era quello dell’Antica Via Aurelia, di età romana. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento la costruzione dell’abitato di corso Sardegna ha ridotto l’area golenale del fiume e ha diminuito di dimensioni il ponte. Varie arcate sono state demolite o giacciono nel sottosuolo delle attuali vie, tranne due, presenti attualmente all’altezza della chiesa di Sant’Agata.

Rimasero cinque arcate lasciate in quanto patrimonio storico-artistico di fronte a Borgo Incrociati. Il 7 novembre 1970 però come detto il ponte fu pesantemente danneggiato dalla storica alluvione causando il crollo di due delle cinque arcate. Nei successivi fenomeni alluvionali degli anni novanta, l’arcata sulla sponda di Levante crollò, decretandone la definitiva chiusura. Quello osservabile dell’antico ponte sono solo pochi resti: due arcate cui sono stati inseriti alcuni tiranti metallici per evitare il crollo totale.

Nella mozione passata è stato inserito anche un ordine del giorno presentato dal consigliere leghista Alessio Bevilacqua che impegna la giunta “a verificare con RFI la possibilità di aprire alla cittadinanza il camminamento citato nelle premesse, almeno in orario diurno” e “qualora fosse possibile procedere in tal senso ad interagire attraverso le direzioncompetenti con RFI per sviluppare un progetto che porti all’apertura di questo passaggio”.