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Intervista a tutto campo dell'amministratore delegato dell'azienda
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GENOVA – Una nuova commessa in Kazakistan, tanti progetti per il futuro (nucleare compreso) ma anche un nuovo sciopero proclamato dai sindacati: per l'Amministratore delegato di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri, in carica dal primo di aprile, non è certo un Natale noioso.

“La commessa che abbiamo acquisito dall'azienda elettrica kazaka – dice Fabbri a Primocanale – ha un valore iniziale di circa 100 milioni di Euro e riguarda la fornitura di due micro turbine che dobbiamo consegnare entro 15 mesi; la stessa azienda, inoltre, ci ha chiesto la disponibilità di un ulteriore accordo pluriennale. Il fatto di avere fornito solo i macchinari, e non tutto l'impianto, fa parte di una nuova strategia aziendale che ci permette di tenere traccia di ogni imprevisto: in passato ci accollavamo rischi che non potevamo integralmente controllare, aspetto che rischiava di costare caro”.

Sul fronte degli accordi strategici per riempire di lavoro l'azienda in futuro, Fabbri spiega: “Stiamo stringendo accordi in Germania, Israele e Congo. L'area africana la riteniamo di particolare interesse e appoggiamo il cosiddetto piano Mattei varato dal Governo: noi possiamo essere un partner affidabile e cruciale per dare a quei Paesi infrastrutture di alto livello, un combinazione vincente sia per loro che per noi”.

In Italia il futuro potrebbe tornare a essere la produzione di energia nucleare: “Ambito – dice l'amministratore delegato di Ansaldo Energia – in cui la nostra impresa è già pronta. Se pensiamo che il nostro Paese ha rinunciato a questa produzione nel 1986 le nostre competenze hanno quasi del miracoloso: stiamo già lavorando all'estero, Romania, Canada, Francia e siamo in attesa di poterlo fare anche in Italia. Al momento l'orizzonte è quello del 2030, forse ci vorrà qualche anno di più, considerato che va rimessa in piedi l'intera filiera e attivato un produttivo rapporto con le università che devono preparare i tecnici del futuro, però riteniamo che il tempo sia dalla nostra parte. Il nucleare – aggiunge Fabbri – ha pagato un prezzo pesante per la cattiva pubblicità che si è fatta in seguito al drammatico incidente di Chernobyl, ma in linea generale i numeri dimostrano che questa è una tecnologia assolutamente sicura”.

Nelle scorse settimane è emersa le preoccupazione, in particolar modo tra i lavoratori, della possibile apertura di un nuovo centro produttivo a Trieste: “Confermo questa nostra intenzione – dice Fabbri – che non avrà però alcun impatto negativo sulla produttività dello stabilimento genovese. A Trieste contiamo di attivare una nuova filiera dell'idrogeno verde negli spazi che saranno lasciati liberi da Wartsyla che sta delocalizzando: Genova lavorerà alla parte ingegneristica mentre Trieste si occuperà della produzione. Siamo contenti di questa opportunità che garantirà occupazione anche nella città giuliana e ci consentirà di attivare una nuova sinergia con la regione Friuli Venezia Giulia che ci aiuterà ad aprire un nuovo mercato. Sempre con Trieste, poi, apriremo una partnership con Fincantieri: con loro lavoreremo alla realizzazione di dispositivi anti inquinamento per la flotta navale prodotta nei loro cantieri”.

Tornando in Liguria Fabbri racconta il rapporto instaurato con le istituzioni locali: “Con Comune e Regione il dialogo è ottimale e contiamo di mantenerlo tale. Durante la festa per i nostri 170 anni le loro parole sono state particolarmente sentite, fatto che è stato molto apprezzato anche dai nostri clienti che non avevano mai avvertito una tale partecipazione pubblica al nostro lavoro. Anche nelle occasioni in cui mi sono trovato a Roma ho trovato sempre persone molto attente e collaborative”.

Un rapporto tanto stretto che Fabbri ha deciso di chiamare nella sua squadra Andrea Benveduti, ex assessore allo Sviluppo economico di Regione: “Seguivo il suo profilo da tempo, è un manager molto preparato, conosce bene il settore e ci darà sicuramente un aiuto prezioso”.

Sui sindacati Fabbri precisa: “Fanno il loro mestiere, che io rispetto molto. Di sicuro il dialogo che si è instaurato è molto buono, collaborativo e utile, lo sciopero di domani fa parte della dialettica”.

E sul futuro: “Stiamo lavorando per garantire commesse che manterranno inalterata la forza lavoro. Ci sono alcuni processi che dobbiamo migliorare per essere ancora più efficienti ed è questo uno dei punti sui stiamo cercando di intervenire”.