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Tante le storie di chi protesta: lavoratori dei settori trasporti, scuola, sanità, pubblici uffici, corrieri, mondo portuale, edili e servizi pubblici. Il più bersagliato è il ministro Matteo Salvini
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GENOVA - I cori contro il governo, i fumogeni, gli striscioni e i fischietti con la musica in costante sottofondo. A Genova il corteo dei lavoratori ha visto oltre 5 mila persone scendere in piazza per protestare contro la legge di Bilancio messa a punto dall'esecutivo Meloni. Il più bersagliato è stato il ministro Matteo Salvini, reo di aver precettato lo sciopero dei trasporti, portato da 8 a 4 ore. 

Sanità, scuola e servizi in sciopero, adesione media all'85%. Oltre 5 mila in corteo a Genova - Clicca qui

Ma in mezzo al corteo sono tante le storie di chi protesta per situazioni di immobilismo che vanno avanti da lungo tempo. Lungo il serpentone ci sono un po' tutti: lavoratori dei settori trasporti, scuola, sanità, pubblici uffici, corrieri, il mondo portuale e ancora gli edili e servizi pubblici. In mezzo anche chi al lavoro ha già dato e chi invece vede con un po' di preoccupazione allontanarsi il momento della pensione col timore di una cifra sempre più bassa. 

"Sono quarant'anni che lavoro - racconta un'infermiere del Villa Scassi -, dopo il periodo del Covid dove ci hanno definiti eroi, speravamo ci avrebbero trattato diversamente, invece è stata solo una parentesi, noi chiediamo rispetto e invece nulla. Siamo veramente arrabbiati. Vedersi arrivare quasi alla pensione e poi pensare di rimandarla o di vedersela tagliata non va bene, prima eravamo eroi ora cosa siamo diventati".

C'è poi il mondo della sanità che aspetta risposte tra precariato e un futuro non dà certezze. "Sono una ricercatrice del Gaslini - racconta una ragazza -. Noi siamo qui per dire sì alla stabilizzazione. C'è una legge di luglio che permette di stabilizzare molti di noi ma gli istituti a oggi non hanno fatto ancora nulla. Sono anni che siamo precari, la ricerca non può essere precaria".

Nella sanità pubblica ci sono anche i cosiddetti somministrati, una situazione si incertezza che per alcuni si trascina così da 15 anni o più e che riguarda anche il settore dell'amministrazione: Ogni sei mesi rischiamo di restare a casa. Questi lavoratori a ogni rinnovo contrattuale non sanno mai quale sarà il loro futuro". E ancora: "Speriamo ci ri-assorbiscano attraverso un concorso, però non abbiamo nessuna agevolazione rispetto ad altri partecipanti, chiediamo almeno di avere qualche punto in più".

C'è anche il mondo portuale genovese che ha occupato le strade di Genova tra striscioni e cori: "Intanto speriamo che la manovra possa essere rivista ì magari con misure tipo il Milleproroghe. Noi siamo nella partita del rinnovo contrattuale, non essere arrivati a promuovere i rinnovi contrattali con la detassazione degli aumenti ci taglia le ali sulla controparte. E poi c'è la questione della sicurezza da garantire nei posti di lavoro, servono più investimenti".

Tra chi è sceso in piazza a Genova anche i rappresentanti degli edili. "La manovra è iniqua, noi chiedevamo investimenti per garantire la sicurezza e invece nulla. Poi chiedevamo che il lavoro edile venisse riconosciuto come gravoso in modo da poter andare in pensione a una età consona".

E poi ci sono i pensionati che gridano la loro presenza in corteo: "Ci siamo e ci facciamo sentire" e poi "non ci danno nemmeno la rivalutazione dopo dieci anni dal governo Monti".