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Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha parlato anche dell'aumento della povertà in Italia: "Sei milioni di italiani poveri, ci deve scandalizzare"
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GENOVA - "C'è bisogno di una soluzione che garantisca i diritti delle due parti, c'è tanto bisogno di una leadership palestinese autorevole, in grado di difendere il suo popolo. Hamas è il peggiore nemico del popolo palestinese". Così il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi interviene sul conflitto in Medio Oriente a Genova a margine alla 40ma assemblea dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani.

"C'è sicuramente uno sforzo che dobbiamo fare, una soluzione da trovare, che garantisca i diritti delle due parti". Ha detto Zuppi rispondendo a una domanda sulla necessità di risolvere il conflitto in Medioriente con la presenza di due Stati. "La formula di papa Francesco delle guerre mondiali 'a pezzi' è intelligente perché non ci sono cose che non ci riguardano, ti riguardano anche conflitti che tendenzialmente sembrerebbero non avere niente a che fare".

Occorre "risolvere le cause profonde" del conflitto perché "qualche volta noi ci accorgiamo dei problemi quando emergono. Ovviamente c'è una storia che continua il suo corso, c'è da avere chiarezza, fermezza e nessuno tipo di indulgenza verso la violenza, e poi bisogna capire le cause per risolverla". Come dice il segretario generale dell'Onu? "Direi come dice il buonsenso, altrimenti sei sempre in ambulanza, bisogna anche affrontare i nodi affinché non ci sia più bisogno delle ambulanze" replica Zuppi. "Venerdì ci sarà un'altra giornata di digiuno e preghiera voluta da papa Francesco perché bisogna vincere la violenza, non ci si può abituare alla guerra, all'efferatezza, alla tragedia e poi bisogna risolvere anche le cause, oltre che non abituarsi mai alle conseguenze".

Proprio per questo la missione del Papa in Ucraina, che vede come inviato il cardinale Zuppi, proseguirà. Lo ha detto lo stesso arcivescovo di Bologna intervenendo all'Assemblea dell'Anci. "Certamente sì - ha risposto il cardinale a chi gli chiedeva se la missione continuava -, bisogna vedere i modi. Per fortuna la passione di Papa Francesco è rammendare, cercare di fare tutto il possibile". Zuppi ha sottolineato che "la guerra non è soltanto quando materialmente scoppia, c'è il pezzo precedente ed è su quello che dobbiamo fare tanto anche per rammendare". Di "rammendo ce ne è un grande bisogno anche perché abbiamo tante situazioni di conflitto. Pensiamo che ci sia sempre un cordone sanitario per cui quel conflitto resta sempre limitato". Zuppi ha ricordato l'espressione di Papa Francesco che parla di "tanti pezzi di una guerra mondiale": questo "ci aiuta a capire che non è un pezzetto isolato che posso pensare di controllare, il conflitto a bassa intensità... è poi sempre un inquinamento. Nell'organismo generale l'infezione poi arriva". "Il conflitto in Ucraina e la violenza e il conflitto in Terra Santa non può non preoccuparci", "c'è da fare tanto. Tante volte ho l'impressione che abbiamo il filo e che lo usiamo poco", ha spiegato il cardinale.

Poi un pensiero al nostro Paese: "Oggi ci sono sei milioni di italiani che vivono in povertà, una cosa che ci deve scandalizzare, spessissimo chi vive il peso e la sofferenza più diretta sono i Comuni e anche la Chiesa, perciò l'incontro di oggi serve anche a ringraziarli per il loro senso civico che mette al centro la persona".