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Il SIAP e l’FSP rappresentano ben più del 40% della Questura e dei Commissariati della provincia di Genova
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GENOVA - "Quando non si decide di prendere in mano la situazione per risolvere i veri problemi, arriva sempre il tempo in cui i buoni propositi e le pacche sulle spalle non bastano".

Il SIAP e l’FSP rappresentano ben più del 40% della Questura e dei Commissariati della provincia di Genova e "prima di scriverle questa lettera abbiamo provato in tutti modi a farle comprendere che occorre bilanciare risorse umane le risorse umane con i carichi di lavoro. I nostri sindacati stanno cercando da tempo di dare un contributo costruttivo alla Questura di Genova per trovare soluzioni finalizzate a migliorare la funzionalità degli uffici e la vita di poliziotti che rappresentiamo".

"Abbiamo raccolto numerosissimi dati ed elementi che oggettivamente dimostrano che Lei, Signor Questore, non ha voluto e continua a non volere mettere mano ad una situazione organizzativa generale ormai in condizioni disastrose - continua il sindacato - . Non si possono tenere in piedi sacchi vuoti. Per esempio la situazione lavorativa che sta attraversando l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico è davvero critica ma Lei, Signor Questore, continua a non voler toccare con mano le difficoltà che ogni giorno devono affrontare i suoi poliziotti che malgrado tutto stanno dimostrando un forte attaccamento all’ufficio. Le abbiamo chiesto più di una volta di mettere mano agli organici complessivi della questura e ripartire le risorse in modo equilibrato in modo da supportare le attività più delicate e a rischio".

"Evidentemente Lei non è intenzionato a farlo e ad oggi siamo riusciti ad ottenere con estrema fatica e pazienza la promessa di una convocazione di un incontro sul disagio vissuto dai suoi poliziotti in questo delicato momento senza però volerlo riconoscerlo prioritario alle esigenze gestionali che a Genova stanno andando avanti da anni con gli stessi criteri vigenti sugli organici presenti più di 15 anni fa. Però la situazione è critica e bisogna agire con estrema urgenza.

"Numero di obiettivi fissi e dinamici, controlli sul territorio, servizi collegati rapporti sempre più affannosi con la polizia locale, servizi delegati dalla Procura della Repubblica, vigilanze, soccorsi, pattugliamenti, e chi più ne ha più ne metta, sono diventati oggettivamente carichi di lavoro insopportabili. Situazione ulteriormente aggravata dalla carenza di auto di servizio specializzate visto che ormai siamo arrivati al punto che una stessa autovettura viene utilizzata continuamente per coprire tutti i quadranti orari dei turni su tutto l’arco delle 24 ore lavorative. Non si può pretendere che le volanti di una città metropolitana come Genova continuino a garantire gli stessi carichi di lavoro gli stessi ritmi lavorativi con un numero dimezzato di operatori. Signor Questore durante la sua lunga carriera, ormai in dirittura di arrivo, Lei ha diretto le Questure di Livorno, Ferrara, Chieti, Bolzano e de L’Aquila, città importanti ma che per estensione territoriale e densità della popolazione in alcuni casi risultano inferiori a delegazioni come Sampierdarena o Sestri Ponente". 

"Concentrarsi esclusivamente su un parte del territorio genovese abbandonando totalmente se stessi i Commissariati, le “Volanti” dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, depotenziando Squadra Mobile e Digos è un errore che Genova non può e non deve permettersi - continua il comunicato -. Prima di scrivere questa lettera abbiamo provato in tutti modi a farle comprendere che occorre bilanciare risorse umane le risorse umane con i carichi di lavoro. Sinceramente non possiamo più accettare di ascoltare la solita stucchevole giustificazione basata sul fatto che la carenza di personale sia solo ed esclusivamente un problema nazionale. Per queste inconfutabili motivazioni Le chiediamo per l’ennesima volta di farsi carico di questa grave situazione e prendere immediatamente le misure necessarie per evitare che questa situazione crei ulteriore disagio ai poliziotti che rappresentiamo e disservizi alla cittadinanza".

"Se non otterremo concrete risposte in tempi rapidi saremo costretti a rivolgerci al Dipartimento della Pubblica Sicurezza chiedendo un intervento urgente", conclude.